7.0
- Band: COUNTERPARTS
- Durata: 00:28:00
- Disponibile dal: 22/09/2017
- Etichetta:
- Pure Noise Records
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Quando i Counterparts decidono di prendersi una pausa dai tour e di tirarsi su le maniche per consegnare al pubblico un nuovo album, il risultato è sempre di buon livello. Un’attitudine maturata nel corso di una decennale carriera nella scena hardcore, nata sull’onda degli ascolti di gruppi ormai seminali come Shai Hulud, Misery Signals e Comeback Kid e successivamente elaborata con la realizzazione di acclamati lavori propri come “The Difference Between Hell and Home” o “Tragedy Will Find Us”. Gran parte della prorompente presa della musica dei Counterparts risiede nell’abilità dei canadesi nel coniugare ritmiche arrembanti e atmosfere malinconiche, ingegnosi cambi di tempo e digressioni metal, melodie oblique e e puntuali e rassicuranti richiami alla tradizione hardcore. Un cocktail vincente reso ulteriormente assimilabile da una sempre apprezzabile capacità di sintesi. I recenti cambi di formazione – che hanno lasciato il frontman Brendan Murphy unico membro fondatore rimasto in line-up – hanno un pochino intaccato la proverbiale scioltezza del songwriting del gruppo, ma, come accennato in apertura, “You’re Not You Anymore” sa comunque come configurarsi come un’opera invitante: per ogni breakdown troppo frivolo o conclusione un po’ affrettata vi sono interi brani che inquadrano con notevole espressività tutto il classico stile Counterparts, facendo emergere con puntualità il lato più intimo ed oscuro di Murphy e compagni. Quando le chitarre decidono di sdoppiarsi o di abbandonare i registri prettamente heavy – vedi il finale della title track – da esse affiorano arie leggere e nostalgiche che sovente danno vita a crescendo caratterizzati da un sentimentalismo mai posticcio o esasperato. Sotto questo aspetto i Counterparts prendono regolarmente esempio dai succitati maestri, risultando quasi sempre ben più maturi e posati di svariate realtà metal-core dei giorni nostri. “You’re Not You Anymore” non sarà il lavoro più completo dei ragazzi dell’Ontario, ma questa mezzora scarsa di musica riesce comunque a toccare le giuste corde emotive in più di un’occasione.