8.0
- Band: COUNTLESS SKIES
- Durata: 00:44:30
- Disponibile dal: 06/11/2020
- Etichetta:
- Willowtip Records
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Anche se il Gothenburg sound ormai sembra ormai da un po’ di anni essersi trasferito dalle parti di Helsinki, esistono degli esempi di melodic-death anche nel resto del mondo, compresa la cara vecchia Inghilterra. Da lì infatti arrivano i Countless Skies, quartetto di Hertfordshire messosi in mostra quattro anni fa con il debutto “New Dawn” e tornato ora, dopo un nuovo sodalizio con la Willowtip Records, con un secondo full-length destinato a spingere la formazione inglese ancora più in alto nel cuore degli appassionati. Se la base di partenza resta il connubio tra la potenza svedese e la malinconia della brughiera inglese, in una versione albionica degli Insomnium, a spiccare stavolta sono i cori melodici, lontani anni luce dai classici ritornelli strappamutande in favore di un’interpretazione decisamente più teatrale – oseremmo dire quasi operistica – che dona ancora più epicità a pezzi di per sé già eccellenti come “Tempest”, “Summit” e “Zephyr”, impreziositi da partiture strumentali al limite del prog. Il vero capolavoro dell’album è tuttavia la titletrack, divisa in tre parti (per chi acquista il disco su Bandcamp c’è anche un mix unico) che riassumono le diverse sfaccettature della band: si parte con le atmosfere dilatate ed a tratti quasi pinkfloydiane della prima parte (“Resolution”), preludio al climax ritmico del secondo e più diretto episodio (“Awakening”), che conduce ad una conclusione (“Reflection”) a metà fra le due, dove a parlare sono soprattutto gli strumenti. Chiunque porti nel cuore queste sonorità, dallo storico “The Gallery” al più recente “Heart Like A Grave”, dia un ascolto a “Glow”: come il tramonto in copertina, lo avrete già visto / sentito altre decine di volte nell’ultimo quarto di secolo, ma siamo pronti a scommettere che vi lascerà comunque senza fiato.