7.5
- Band: COURSE OF FATE
- Durata: 00:44:25
- Disponibile dal: 15/05/2020
- Etichetta:
- ROAR! Rock Of Angels Records
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Un debutto davvero molto interessante, questo dei Course Of Fate, progetto norvegese che, dopo diversi anni di attività, approda finalmente al primo album, proponendo un progressive metal di ottima fattura e – per certi versi – caratterizzato da grande personalità.
Le coordinate di riferimento dei Course Of Fate sono evidentemente rintracciabili in quel progressive storico e capitale di Fates Warning, Queensrÿche, Shadow Gallery, ma anche nei Dream Theater dei primi due lavori: un metal elegante nelle composizioni, ricercato nelle soluzioni stilistiche, ma in grado di non rinunciare mai all’efficacia della forma-canzone più o meno tradizionale.
“Mindweaver” non è però un album derivativo, e specialmente non è un lavoro dal sapore ‘novantiano’ come si potrebbe pensare date le premesse: la produzione, fresca e adeguata al presente, garantisce ai brani un impatto assolutamente all’altezza dei tempi – e ovviamente questo sentore di modernità avviene con la complicità di partiture mai eccessivamente debitrici delle matrici di riferimento.
Dopo una breve intro, ci si imbatte immediatamente in un brano che sintetizza l’anima dei Course Of Fate: “The Faceless Men Pt. I”, un fulgido esempio di progressive metal energico e ricco di pathos, che si snoda su una struttura decisamente ‘semplice’ per gli standard del genere. Questo piglio viene mantenuto per il resto dell’album, dove lo sfoggio tecnico è davvero ridotto ai minimi termini, e l’azione dei singoli musicisti punta alla creazione di un sound coeso, rinunciando (con esiti felici) ad assoli particolarmente complicati o a momenti di funambolismo, favorendo la costituzione di un discorso musicale lungo otto brani.
L’elemento che colpisce sul serio è la presenza costante di scelte melodiche eccellenti, in diversi casi memorabili: il trittico di brani “Endgame”, “Utopia” e “Wolves” crea un insieme ricercato ed emozionante di atmosfere cangianti, ritornelli mai banali, il tutto rivestito da una sorta di sottile patina che rimanda a un certo AOR particolarmente raffinato come quello degli Asia.
Grazie alle tante eccellenti intuizioni compositive e una percepibile grande sintonia tra tutti i componenti del combo, “Mindweaver” si ascolta con grande piacere e risulta dunque un bel lavoro, facilmente apprezzabile per gli habitué del progressive metal, ma consigliatissimo anche per i fan del metal melodico in generale: album come questo migliorano la qualità dell’aria – purtroppo spesso stantia – che si respira all’interno di certi generi.