6.5
- Band: COVEN JAPAN
- Durata: 00:42:30
- Disponibile dal: 24/11/2023
- Etichetta:
- No Remorse Records
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Continuiamo a spulciare il folto sottobosco della N.W.O.T.H.M. spostandoci questa volta in Giappone, dove facciamo la conoscenza dei Coven Japan. La band nasce nel 2016 per volontà di Akihiro Ito (chitarra) e Taka (voce), a cui si aggiungono Toshikuni Komuro alla seconda chitarra e Takachika Nakajima al basso. In questi anni il quartetto ha dato alle stampe un paio di EP ed una manciata di singoli, e solo oggi arriva al vero debutto con “Earthlings”, un disco che mostra alcuni interessanti punti di forza, così come alcuni difetti che ci auguriamo possano essere fonte di crescita per la band.
I Coven Japan si ispirano ai grandi nomi dei primi anni Ottanta, dagli Iron Maiden agli Angel Witch, passando per Satan, Mercyful Fate, per arrivare ai conterranei Loudness. La loro proposta è classicissima ma dinamica, con buone linee di chitarra e una giusta attitudine, sporca e cattiva, che ci riporta veramente agli albori del genere. Apprezzabile anche la scelta di registrare canzoni cantate sempre in due lingue: da una parte, infatti, abbiamo le strofe in giapponese antico, che danno un flavour esotico al sound della band, mentre i ritornelli e in generale le parti più cantabili sono in inglese, in modo da risultare coinvolgenti per una platea internazionale. Proprio nei brani in cui i Coven Japan riescono a fondere tutti questi elementi, come nell’ottima title-track, tutto il potenziale della band emerge con forza. Se, però, i Coven Japan ci hanno convinto per attitudine ed intenzioni, siamo costretti a rilevare come sul fronte della mera esecuzione ci siano ancora diversi aspetti da migliorare. I più attenti avranno notato come in apertura non venga citato alcun batterista e, infatti, abbiamo il forte sospetto che tutte le parti di batteria non siano altro che delle basi campionate: il risultato è veramente piatto, poco più di una traccia ritmica a fungere da metronomo per chitarre, basso e voce. Poco incisiva anche la prova della cantante Taka, il cui timbro vagamente androgino la rende molto simile ad un cantante di sesso maschile. Questo, unito ad uno stile ancora piuttosto grezzo, rende la sua prova vocale un punto debole dell’album – cosa che, tra l’altro, sembra essere comune a tante formazioni del genere.
Per il momento, dunque, quella dei Coven Japan ci pare una pubblicazione consigliata solo ai più accaniti setacciatori del metallo tradizionale e per chi ha un debole per la cultura nipponica. Per tutti gli altri, conviene forse attendere che la band raggiunga una maggiore maturità.