7.5
- Band: CRAWLING CHAOS
- Durata: 00:41:52
- Disponibile dal: 20/11/2020
- Etichetta:
- Time To Kill Records
- Distributore: Goodfellas
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I Crawling Chaos tornano ad affacciarsi sul mercato musicale dopo ben sette anni dal precedente “Repellent Gastronomy”, album che ebbe buoni riscontri soprattutto da parte della critica e che permise al quartetto di calcare i palchi internazionali con formazioni del calibro di Suffocation, Havok, Skeletonwitch e numerose altre. Non sappiamo cosa sia successo in questo lungo lasso di tempo ma ora i riminesi tornano con nuovo disco che non deluderà di certo: “XLIX” è infatti un’opera coinvolgente dall’inizio alla fine, complessa, a tratti letteralmente roboante ma allo stesso tempo ragionata. Dal punto di vista tematico, alquanto interessante, si tratta di un viaggio, in cui un protagonista non meglio specificato si trova tra le mani una copia ‘maledetta’ de “Il Principe” di Machiavelli, e ciò lo porta ad attraversare una serie di peripezie che dovrebbero condurlo a diventare una sorta di statista perfetto, alla guida di un mondo utopico; ma, in realtà, lo guidano verso il fallimento: tutto ciò sembra essere l’allegoria della brama dell’uomo per il potere, che egli riesce a conquistare ma non senza evitare la conseguente, rovinosa caduta. Questo concept, raffinato, articolato e con qualche sfumatura di grottesco, è messo in musica attraverso un death metal di chiaro stampo americano, suonato con un livello tecnico altissimo, spesso brutale ed old-school (in questo senso l’accoppiata di pezzi iniziale è da togliere il fiato) ma con una aggiunta di elementi che lo rendono vario ed interessante: se, infatti, i numi tutelari sembrano essere band come Morbid Angel e Cannibal Corpse, nella miscela sonora dei Crawling Chaos c’è molto altro, probabilmente frutto del bagaglio degli ascolti diversificati dei vari musicisti. Innanzitutto, in molti pezzi si nota un piglio ‘moderno’ che si traduce in un groove dinamico, con il basso spesso in evidenza. Molti sono gli echi di classic heavy metal o NWOBHM, ad esempio nelle chitarre di “Block And A Bloody Knife”, e addirittura assistiamo a qualche rallentamento doom, come in “49th, Or The Law Of Desperation”. La natura teatrale dell’opera (si ha anche una voce narrante in italiano ad introdurre alcuni pezzi) porta a dei naturali paragoni con la teatralità dei nostrani Fleshgod Apocalypse. Infine, da evidenziare la crescita nel songwriting rispetto al passato: se nel precedente album avevamo lamentato la mancanza di un pezzo killer, che potesse colpire al primo ascolto, qua basta ascoltare la dirompente “My Golden Age” ed il suo ritornello per convincersi dell’esatto contrario.