5.5
- Band: CREMATORY
- Durata: 00:46:18
- Disponibile dal: 05/02/2010
- Etichetta: Massacre Records
- Distributore: Audioglobe
Per la legge non scritta che, dall’alba del nuovo millennio ad oggi, vede i Crematory alternare album di eccellente fattura (“Believe”, “Klagebilder”) ad altri mediocri (“Revolution”, “Pray”), ci eravamo illusi che questa fosse la volta buona. Le premesse, a partire dall’artwork vicino allo stile di “Act Seven” e dalla presenza di qualche brano in lingua madre, erano di buon auspicio, ma sono poi sufficienti un paio di giri nel lettore per capire come la gothic metal band più popolare della Germania sia rimasta ferma ai livelli d’ispirazione della precedente fatica. Intendiamoci, nessuno qui si aspettava chissa quali rivoluzioni stilistiche da parte di una formazione prossima ai vent’anni di onorata carriera e con undici album all’attivo, ma la consueta formula basata su chitarroni e growl cavernoso contrapposti a ritornelli malinconici e tastiere da dance floor risulta stavolta meno efficace. Se infatti la prima metà della tracklist riesce a regalare qualche soddisfazione grazie ad episodi trascinanti come la title-track posta in apertura, la più ritmata “Sense of Time” o la cover dei sempieterni Depeche Mode “Black Celebration”, il proseguio dell’album appare fin troppo scontato anche per gli standard dei Crematory. Tra canzoni sempre uguali a sé stesse (“Never Look Back”, “Where Are You Now”) ed altre utilizzabili come efficace antidoto alla narcolessia (“Brozken Halo”, “A Story About…”), l’ascolto di “Infinity” rischia di diventare una lotta contro il sonno, persa in partenza a meno di non essere fan sfegatati del band. Se siete tra coloro che hanno apprezzato “Pray” e “Revolution” nella loro interezza dateci pure un ascolto, viceversa farete meglio a rispolverare i classici degli anni ’90.