7.0
- Band: CREST OF DARKNESS
- Durata: 00:50:25
- Disponibile dal: 02/12/2016
- Etichetta:
- My Kingdom Music
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Inossidabile, torna Ingar Amlien coi suoi Crest Of Darkness e aggiusta leggermente il tiro, abbandonando in parte le influenze death ed aumentando quelle thrash, in un disco che resta nel solco più classico della tradizione norvegese: melodie e sound glaciale. “Welcome The Dead” parte subito a mille, con la title track: un pezzo diretto, con chitarre affilate come rasoi ed un tiro notevole. Si prosegue sullo stesso stile con una notevole prestazione di Berhard alla batteria e le ormai consuete incursioni più tecniche alla chitarra di Rebo. Più presenti che in passato le tastiere, anche se restano comunque uno strumento di contorno e completamento alla musica dei Crest Of Darkness. Ma a Ingar piace stupire e sperimentare, così ecco “Scourged And Crucified” con un inizio che ci rimanda a certo industrial metal dei primi anni Novanta e mantiene questo feeling anche quando si trasforma in un pezzo più propriamente black metal. Questo voler mescolare vari stili, sempre all’insegna dell’aggressività, è sempre stato il tratto distintivo ed il limite dei blackster di Gjøvik: se da un lato la mescolanza di approcci differenti appare ben congegnata e accattivante, dall’altro l’amalgama non sempre riesce alla perfezione e si ha l’impressione di parti giustapposte senza troppa logica. La vena thrash esplode in pezzi come “Borrowed Life” che, nonostante le tastiere, mantiene una giusta dose di aggressività primordiale e nonostante i cambi di tempo non perde mai rabbia e ferocia, grazie ad un suono glaciale e tagliente, risultando probabilmente il pezzo più riuscito del disco, insieme alla title track. L’approccio è simile in “The Almighty”, con passaggi ancora più smaccatamente thrash, con il break centrale che ricorda in modo evidente la Bay Area degli inizi. L’accoppiata “Memento Mori” e “The Noble Art” rappresenta la parte più d’atmosfera di questo “Welcome The Dead”: pur non rinunciando all’aggressività, infatti, i Crest Of Darkness fanno abbondante ricorso a midtempo e melodie a tratti malinconiche, mostrandoci un aspetto della loro musica mai approfondito più di tanto dalla band (ed invece carico di ottime potenzialità). L’aspetto di cui parlavamo poc’anzi, però, viene spinto fin troppo con la conclusiva “Katharsis”, pezzo aperto da un ottimo assolo che, per quanto evocativo, struggente e ben eseguito, sembra un episodio completamente avulso dal resto del disco e spiazza non poco l’ascoltatore. La chitarra di Rebo è protagonista assoluta ed il recitato di Ingar Amlien, sia per stile che per contenuti, non può non ricordare certe parti di “The Satanist” dei Behemoth. Nel complesso “Welcome The Dead” è un buon disco che conferma i Crest Of Darkness come band capace di rinnovarsi, pur restando fedele ad uno stile ben preciso; un gruppo che difficilmente propone brutti dischi ma che, anche questa volta, non riesce a lasciare il segno del tutto. Stiamo comunque parlando di un disco valido che, oltre ai fan della band, potrebbe piacere a chi cerca un disco black metal un po’ diverso dal solito, con sperimentazioni che non escono dal seminato e non risultano mai pretenziose.