7.5
- Band: CRIMINAL
- Durata: 00:41:05
- Disponibile dal:
- Etichetta:
- Massacre Records
- Distributore: Audioglobe
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Il caldo agostano ci regala il ritorno in pista dei cileni Criminal, gruppo che è riuscito a crearsi una notevole reputazione grazie al suo thrash metal che non disdegna scorribande musicali negli ambiti groove e death. “Akelarre”, ovvero il sabbat, l’incontro fra streghe in lingua basca, è il primo lavoro dei nostri senza il membro fondatore Rodrigo Contreras, rimpiazzato da Olmo Cascallar. L’album tuttavia non risente minimanente dell’avvicendamento. Anzi. A dispetto di “White Hell”, uscito nel 2009, il disco testimonia uno stato di forma ottimo, e una varietà di canzoni che riesce a essere convincente dall’inizio alla fine come e più dei precedenti lavori. Infatti, la band del leader Anton Reisenegger (fresco d’entrata in pianta stabile nei Lock Up e già membro degli storici cileni Pentagram) impasta i brani con svariate influenze, avvalendosi di una produzione che esalta la ruvidezza dei suoni, rendendoli perfettamente aspri per ciò che si vuole rappresentare. “Order From Chaos” apre ottimamente il lavoro, con Reisenegger che ripete come un mantra il titolo della canzone nel ritornello, una delle migliori. Siamo nel thrash classico, come nella seguente “Resistence Is Futile”, la quale nel break centrale si candida come brano ospitante del riff più duro del thrash 2011. Roba veramente da puro headbanging, quella che i Criminal riescono a fare su questa traccia. I cileni risultano ottimi quando si tratta di ragionare nei brani, catalizzando l’attenzione dell’ascoltatore nelle ottime trame chitarristiche: semplici ma non banali, coinvolgenti e non troppo dispersivi. Ciò nonostante, i Criminal non disdegnano anche le parti più tirate. È il caso della title track dell’album, una semplice sfuriata di due minuti che riassume l’intera proposta: percussioni veloci inframezzate da un break assassino in quanto a pesantezza; ma è il caso anche anche del brano simil-death “Vows Of Silence”. Da quanto descritto, ne consegue una tracklist molto varia, ricca di sfumature diverse in ogni brano e di ottimi arrangiamenti che non tralasciano assolutamente la melodia (“La Santa Muerte”). I cileni si candidano come fieri portabandiera del thrash metal dei primi anni ’90 del Sudamerica. Dove una volta c’erano a dominare i Sepultura, con il loro thrash che allargava i confini proprio avvalendosi di groove e death metal, ora ci sono Reisenegger e compagni, sempre più solidi ad ogni release. Speriamo che il popolo metal renda presto onore all’ottimo operato dei quattro.