7.0
- Band: CRIMSON DAWN
- Durata: 00:46:26
- Disponibile dal: 28/04/2023
- Etichetta:
- Punishment 18 Records
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Nati nel 2005 su iniziativa di Dario Beretta dei Drakkar, i Crimson Dawn si sono posti, fin dal principio, lo scopo di suonare metal classico, utilizzando tutte le sfumature possibili. Pur restando fedeli a tale proposito, la loro musica si è evoluta da un doom ad elevato tasso di epicità, memore della lezione dei maestri Candlemass, a qualcosa di più complesso, grazie soprattutto all’innesto di tastiere anni ’70 dal sapore prog e melodie in italiano. La massima espressione di queste sonorità è stata raggiunta dalla band con “Inverno”, pubblicato tre anni orsono, un album maturo, ben scritto e interpretato e con pezzi realmente convincenti.
Poi, nel 2021, il cambio di formazione (uno dei pochi per i lombardi), che, senza stravolgere le composizioni del gruppo, porterà ad un nuovo passo avanti: il cantante storico Antonio Pecere, infatti, lascia il posto a Claudio Cesari (ex Crawler). Con il nuovo singer, i Crimson Dawn pubblicano, lo scorso anno, l’EP “The Open Coffin”, realizzato solo in versione digitale, in cui l’influenza del nuovo arrivato è appena accennata: Cesari, infatti, ha una voce caratterizzante ma anche duttile, capace di toccare tonalità alte ed epiche come di assestarsi su uno stile più vicino all’heavy metal più tradizionale, e anzi proprio quest’ultimo sembra essere il suo punto di forza. È così che arriviamo a “It Came From The Stars”, quarto disco in studio, in cui lo spostamento verso le sonorità più affini al cantante è ancora più marcato. I nuovi pezzi sono infatti stati concepiti mescolando in modo sapiente l’amore per il doom nello stile della band di Messiah Marcolin con alcune finezze derivanti dai succitati anni ’70, ma l’ingrediente principale questa volta pare essere il metal di Iron Maiden e Ronnie James Dio. “The Masque Of Red Death” è il pezzo più variegato, potente ed anche melodico, quello in cui le varie anime del gruppo si fondono alla perfezione, mentre sono molti i brani che suonano profondamente maideniani, come “Of Gods And Mortals” e “Hunter’s Dream”. Non manca, come ormai da prassi, il pezzo in italiano, ed anche questa volta ci troviamo di fronte all’episodio che si distingue maggiormente: sarà il potere evocativo della nostra lingua, ma “Nera Sinfonia” è un insieme di riff rocciosi alla Black Sabbath, linee vocali trascinanti e tappeti di tastiere che colpiscono nel segno.
È innegabile come la musica dei Crimson Dawn si basi su punti fermi ed ineccepibili, e sempre sarà così, ma, finché l’ispirazione resterà su questi livelli, essa troverà un posto fisso nei nostri ascolti.