6.5
- Band: CRIMSON SUN
- Durata: 00:41:21
- Disponibile dal: 03/08/2015
- Etichetta:
- Maple Metal Records
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Nell’ultimo periodo sono sempre di più le band iscrivibili nei ranghi del cosiddetto metallo sinfonico che cercano di arricchire la propria proposta con input provenienti da generi esterni. Se quindi troviamo combo che seguono la strada di un’estremizzazione sonora sulle orme, per dire, degli Epica, oppure gruppi che preferiscono ravvivare la propria proposta con forti input provenienti da genere magari anche esterni al metal come i Within Temptation; possiamo trovare anche band come questi Crimson Sun, le quali decidono invece di percorrere invece la strada di un metal moderno e robusto, dal quale mutuare spessi muri di chitarre e una prestazione più fisica per accompagnare le solite buone melodie e le eleganti tastiere. Ed è proprio la fisica presenza dell’elemento modern metal che ci fa piacere questo “Towards The Light”, un album tutto sommato mediocre dal punto di vista compositivo o dell’originalità, ma che non manca di strapparci qualche commento ammirato in alcuni suoi passaggi. Finlandese di origine, il giovane combo sinfonico dei Crimson Sun non le manda certo a dire sul fronte strumentale: l’apporto sonoro della sei corde Joni Junnila è infatti robusto e variegato, non limitandosi a supportare le strofe con i soliti quattro power chord lunghi in due quarti ed evitando quindi di farsi seppellire dalle solite orchestrazioni. Con le dovute proporzioni, per quanto riguarda il lavoro di chitarra siamo quasi più vicini a un riffing in stile Symphony X piuttosto che al riffing classico dei Nightwish, e questo può essere di per se un gran complimento. Anche la sezione ritmica riesce a tirarsi fuori dal piatto marasma della maggior parte delle giovani band di settore: passaggi carichi di tensione come “Portrait Of A Ghost” o semplicemente aggressivi come l’opener “The Storm” sono infatti in grado di aprire qualche breccia anche nei cuori di chi questo genere lo digerisce solo con il bicarbonato. Chiaramente, non è tutto oro quel che luccica in questo debutto, e il voto in calce testimonia proprio questo: alcuni passaggi, come “The Herald” o “Eye Of Beholder” sono infatti solo sufficienti, spesso illuminati solo dal buon lavoro di chitarra o da ottimi ritornelli, mentre altri brani, quali “Awaken” o “The Spark” sembrano essere più dei riempitivi che altro. In generale però il livello garantito dalle canzoni già citate o dalle buone “Clockwork Heart” e “Memories Burning” è comunque buono, e vale di sicuro una ferma sufficienza. Non aspettatevi però un album che spacca le montagne – non siamo su questi livelli – ma se il genere vi piace, e volete magari sentire qualcosa di un pelo più divertente e variegato, forse questi cinque finlandesi fanno proprio per voi. Come gli Asylum Pire (oggettivamente migliori) o i Malevolence (stesso livello), i Crimson Sun rappresentano una piccola ventata di novità in un genere altrimenti stantio.