7.0
- Band: CRIPPER
- Durata: 00:51:03
- Disponibile dal: 28/01/2015
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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I Cripper sono una band tedesca attiva dal 2005 e questo “Hyena” è il loro quarto album, pubblicato per Metal Blade. Il gruppo suona una sorta di death/thrash metal molto dinamico e – disclaimer– ha alla voce una donna. Detto ciò, chi non sopporta le donne dietro al microfono potrebbe pure interrompere qui la lettura della recensione, poiché il gruppo in questione non propone niente di particolarmente innovativo. Chi invece non avesse problemi a esaltarsi con il growl dal tipico tono delle female-vocals su un tappeto robusto di thrash metal allora potrebbe interessarsi a questo “Hyena”. Il nome della cantante è Britta Gortz, è ovviamente carina, e caratterizza il suo growl usando un tono gutturale. Veniamo all’album, che è ben fatto, con la sezione ritmica molto coinvolgente e dinamica, che alterna passaggi più spinti a break cadenzati, dove spesso arrivano soli di chitarra di buona qualità a impreziosire il tutto. Brani come “Hyena”, o la bella “Tourniquet”, vi faranno immergere subito nel mood dell’album, all’insegna dell’aggressività dai tempi controllati. I Cripper però sono bravi anche a fare altro, non fossilizzandosi sui classici uptempo thrash. Prova ne è “Bloodshot Monkey Eye”, pezzo dalla struttura ragionata e dal ritmo cadenzato, che, nei momenti in cui il riffage si fa lento, addolcisce l’urlo lancinante della cantante con una melodia di chitarra niente male (anche “7”” è sulla stessa falsariga di quanto appena scritto). L’ideale insomma per fare un break lungo la scaletta, che riparte su tempi veloci con la seguente “A Dime For Estabilishment”. Altri esempi di fulgore thrash sono “Animated Flesh” e “The Origin”, brani dove le chitarre disegnano trame che coniugano perfettamente parti movimentate ad altre dove le melodie rubano la scena. Menzione anche per “Patterns In The Sky” che non fa altro che ribadire lo stile molto simile a quello dei The Haunted nel riffing. Ma in generale la scaletta, che consta di cinquantuno minuti di musica, non ha punti deboli. L’album scorre via molto bene e si memorizza abbastanza velocemente, presentando strutture ritmiche articolate ma non particolarmente intricate. Gli spunti death metal dichiarati nella biografia sono veramente pochi, se non contiamo il tono di voce scelto dalla cantante, questo sì molto death. Album quindi notevole per questi tedeschi, che alla fine convincono anche il vostro recensore, non propriamente un amante delle donne dietro il microfono. Britta Gortz merita il nostro plauso così come i Cripper tutti.