8.0
- Band: CRIPPLE BASTARDS
- Durata: 00:32:07
- Disponibile dal: /09/2008
- Etichetta:
- Feto Records
- Distributore: Goodfellas
I Cripple Bastards ci hanno messo cinque anni a dare un seguito a “Desperately Insensitive”. Ci si chiedeva per quale motivo i nostri stessero impiegando così tanto tempo per realizzare un nuovo full-length, ma tutto risulta chiaro dopo solo mezzo ascolto di questo attesissimo lavoro della leggenda grind nostrana. “Variante Alla Morte” è il disco più curato della carriera dei Cripple Bastards, sotto qualsiasi punto di vista. Registrazione affidata niente meno che a Fredrik Nordström e agli svedesi Studio Fredman, testi di una profondità estrema e, soprattutto, una tracklist con una marcia in più. Bastano le quattro tracce che aprono il disco per comprendere lo stato di grazia di Giulio The Bastard e soci: musica come sempre violentissima, nervosa e totalmente negativa, ma che questa volta ha la grandiosa capacità di attrarre l’ascolto, di risultare accattivante, senza però mai scadere in facilonerie. Del resto, stiamo sempre e comunque parlando della “Italy’s purest personification of Hate” e del suo ormai celebre “hate-grind”, quindi che nessuno tema “svolte commerciali” o amenità simili. Stilisticamente, quello che i Cripple Bastards propongono su “Variante Alla Morte” non è lontano anni luce da quanto confezionato su “Desperately…”, anzi. Ciò che qui fa la differenza è una straordinaria e, sino a poco tempo fa, inedita abilità di mettere insieme una tracklist mutevole, che cambia in continuazione volto e che non si limita a riutilizzare il solito catalogo del genere. Per tutto l’arco del CD, schegge di pochi secondi si alternano a composizioni – vedi la splendida “Stupro E Addio”, ad esempio – assai più complesse, strutturate in maniera personalissima e ricche di soluzioni che guardano ben oltre i classici schemi death-grind o noise hardcore. C’è groove, c’è dinamismo, c’è persino orecchiabilità. Tutto suona più rotondo, ma anche ben più impattante del solito. “Variante Alla Morte” è insomma un disco che rimane del tutto in sintonia con l’attitudine nichilista e demolitrice tipica della band, ma, allo stesso tempo, è un lavoro che offre di più, che sconfina e che in ogni episodio risulta avvincente. Non esitiamo un secondo a inserirlo nella lista dei migliori album grind degli ultimi anni.