5.0
- Band: CRISTIANO FILIPPINI
- Durata: 01:04:20
- Disponibile dal: 09/02/2011
Spotify:
Apple Music:
Negli ultimi tempi sono molti gli artisti che, pur occupandosi di ambiti diversi dal rock/metal, ci inviano i propri lavori per la recensione, basandosi su una somiglianza di argomenti trattati (nel presente caso il particolare momento della storia che narra dei Crociati) e confidando sull’apertura mentale di chi riceve il dischetto. Cristiano Filippini, compositore classico con un passato nell’hard rock, è proprio uno di questi artisti: con “The First Crusade” ci presenta infatti un’opera epico/orchestrale di quasi settanta minuti che, se da un lato di buona musica ne presenta proprio tanta, dall’altro va detto che di metal (che è l’argomento centrale di Metalitalia.com) non presenta proprio nulla. Il disco è interamente composto, arrangiato e suonato da Cristiano, che ci mostra così sia le proprie abilità di esecutore (sono davvero belli i pezzi di pianforte) sia la propria fantasia come compositore; ma purtroppo, una volta ascoltato più volte l’album, il dubbio che difficilmente questo disco potrà trovare una collocazione all’interno di una cerchia ben definita di ascoltatori diventa una sicura realtà. “The First Crusade” è sicuramente un lavoro ben realizzato ed a tratti anche interessante ed in grado di rapire con dei passaggi davvero ben congegnati, ma ha il forte difetto di essere un lavoro decisamente ‘situazionale’. Per spiegare questo termine un po’ desueto, ci si può rifare all’analogia con l’ambiente dei giochi di strategia, dove il termine ‘situazionale’ indica appunto una risorsa (sia essa una carta o una miniatura, a seconda del gioco) che risulta sempre decisiva per le sorti della partita ma solo in particolari occasioni, mentre rimane un peso morto in tutte le altre situazioni ed anzi finisce per portare via il posto ad altre risorse magari meno potenti, ma utili in maniera più globale. Similarmente a questa analogia, “The First Crusade” risulterà magari un disco bellissimo per coloro che ne verranno conquistati al primo ascolto, ma sicuramente risulterà quasi indigeribile per tutti quegli altri ascoltatori che dalla musica cercano invece suoni, ritmi e vibrazioni che non possono arrivare da un disco suonato da soli strumenti quali pianoforte, tastiere, orchestrazioni d’archi e organi. Certo è opportuno notare il fatto che le orecchie del metallaro medio, soprattutto se avvezzo ad ambiti sinfonici quali il gothic, il power o il black sinfonico, hanno già sentito composizioni e strutture simili a quelle proposte qui da Cristiano, ma quasi sempre solamente nelle intro ai vari dischi o in corti inserti strumentali, e mai condensate tutte insieme in sessanta e passa minuti. Con questo non vogliamo dire che “The First Crusade” sia un semplice collage di intro di vari album, ma semplicemente far notare che ciò che normalmente il nostro lettore medio assume come semplice antipasto, qui è fornito come antipasto, primo, secondo e dessert, e che quindi bisogna veramente apprezzare questo tipo di opera e sonorità per poterle capire a fondo. Una nota di merito a Cristiano, a parte il dovuto riconoscimento per le abilità artistico-esecutive, bisogna darla per il tentativo di introdurre anche influenze etniche (“Arabian Skies”) e momenti più meditativi (le pianistiche “Sword Of The Rose pt 1” e “Reflection”) per variare sul tema orchestrale/sinfonico che contraddistingue il resto dell’album. Ma comunque questo lavoro rimane ancora troppo di nicchia e particolare per essere capito dalla maggior parte di coloro che ascoltano il nostro tipo di musica. Il consiglio per i lettori è che chi si avvicina a questo disco lo faccia sapendo a cosa va incontro e sapendo cosa troverà in esso. Solo così potrà avere l’opportuna apertura mentale per affrontarlo nel modo giusto, e allora probabilmente avrà trovato un gioiellino. Negli altri casi, questo disco è consigliato solo come sottofondo suggestivo per momenti di studio o per gli amanti incondizionati delle tematiche storiche e fantasy.