6.5
- Band: CROHM
- Durata: 01:04:48
- Disponibile dal: 07/02/2020
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Gli italiani Crohm sono la prima formazione heavy metal cui la Valle D’Aosta abbia dato i natali, nel lontano 1985. Come accaduto a molti colleghi di quel periodo, la formazione non è riuscita fare il botto negli anni Ottanta e si è sciolta; successivamente si sono presentati tutti i presupposti per una reunion, mentre per ascoltare il loro primo CD si è dovuto attendere fino al 2015. “Failure In The System” è quindi il disco in studio numero tre per i Crohm, che propongono un heavy metal classico non eccessivamente pesante e ricco di influenze prese in prestito dalla vecchia scena rock degli eighties. Canzoni come “Castle Of Sand” e “The Man Without Voice” ad esempio sono intrise di tinte dark/new wave, merito soprattutto delle linee vocali interpretate da Sergio Fiorani, rese più muscolose dalle ritmiche tipicamente metal. Con “What Is Behind” invece, la band preme sull’acceleratore e sfodera un brano al confine tra speed e thrash metal, potente, diretto e molto aggressivo. L’ascolto prosegue con “My Brother”, più vicina a sonorità figlie dei Metallica di inizio anni Novanta, quelli del omonimo album tanto per intenderci. Interessante la versione metal di “Eleanor Rigby”, brano dei Beatles, qui stravolto e ricoperto di cromature di metallo fumante. Gli ultimi due capitoli di questo album sono pezzi storici risuonati e riregistrati da zero, “Legend And Propohecy” e la heavy folk version di “Mountains”, sognante e melodica.
Attitudine e buona dose di potenza non mancano, anche la discreta produzione rende l’ascolto piacevole, ma “Failure In The System” difetta di brani memorabili: un album per essere ricordato negli anni a venire necessita di almeno un paio di potenziali hit in grado di far fare alla band il salto di qualità. Questo purtroppo non avviene in casa Crohm, a causa di una musica per certi versi troppo derivativa e non ancora matura al punto giusto. Per lasciare il segno è necessario spingere ulteriormente, resta il fatto che “Failure In The System” rimane un disco di heavy metal gradevole, sanguigno e grezzo quanto basta.