7.0
- Band: CROM
- Durata: 00:57:04
- Disponibile dal: 13/01/2023
- Etichetta:
- From The Vaults
Spotify:
Apple Music:
Quel “Vengeance” di quasi quindici anni fa, full-length d’esordio dei teutonici Crom (escluso l’EP “The Fallen Beauty”), è ancora oggi un vero e proprio gioiellino per ogni estimatore delle sonorità heavy/power più epiche ed orecchiabili, molti dei quali si sono più volte chiesti se ci sarebbe mai stato un ritorno a quel livello qualitativo, considerando l’uscita sul mercato di due seguiti discreti, ma ben lontani dalle vette raggiunte nell’ormai lontano 2008.
Oggi stringiamo tra le mani quel “The Era Of Darkness” che in diversi attendevano nel sottobosco old school metal, soprattutto per le notevoli aspettative generate dal recente EP “Into The Glory Land” (nome non scelto a caso), la cui ottima title-track è anche la opener del nuovo arrivato. Il risultato è come lo ricordavamo, trattandosi di un pezzo dotato di un piglio notevole, soprattutto in concomitanza del cantabile ed appassionato ritornello. Anche “Riding Into The Sun” fa il suo ritorno più avanti nella scaletta, fomentante al massimo con il suo saliscendi ritmico, senza contare quel retrogusto che trasuda Manowar e acciaio purissimo da ogni singola nota.
In generale, la band guidata dal frontman Walter ‘Crom’ Grosse si presenta in ottima forma, confezionando una tracklist pensata per dare un notevole senso di appagamento ad ogni ascoltatore affezionato a quelle atmosfere da cavalcata in battaglia con spada e lancia in bella vista, mentre lo sguardo degli dei si compiace del tributo di sangue in arrivo. Il punto di forza del disco sono appunto i ritornelli, davvero orecchiabili e nel contempo caricanti, senza virtuosismi ad ingioiellare un’armatura sonora che definiremmo versatile, in quanto se c’è da mandare in fiamme i muscoli del collo, ma anche se si vuole banalmente osservare l’orizzonte con sguardo contemplativo, di materiale positivo ce n’è. Non a caso, il versante musicale predilige l’alternanza tra tempi medio-lenti e altri più tirati, mentre le melodie chitarristiche si rendono protagoniste di buona parte della struttura portante, anche se inevitabilmente il grosso del lavoro lo fa l’interpretazione vocale essenziale del sopracitato vocalist, che non esagera mai con le altezze, ma non perde occasione per sporcare la sua voce, arrivando persino a tingere di nero l’intera proposta: la seconda parte della title-track non si allontana infatti da un pezzo epic black metal, genere di cui si avvertono strascichi sporadici in diversi momenti, pur senza perdere di vista la componente più melodica.
In generale, nel sound attuale dei Crom si possono trovare rimandi a gran parte di ciò che il cosiddetto epic metal incarna, anche se non manca una bizzarra sorpresa come la cover di “Higher Ground” del cantante danese Jonas Flodager Rasmussen, che ha partecipato all’edizione 2018 dell’Eurovision proprio con il pezzo in questione.
L’album scorre via con qualche sferzata stilistica qui e là, come confermano la ballad ottantiana “In Your Eyes” e la più medievale “The Forsaken”, anche se appare evidente che non tutti gli estratti funzionino e coinvolgano allo stesso livello: “When Will the Wounds Ever Will” e la terza ballad “A New Star” non sono male, se prese singolarmente, ma sanno davvero molto di riempitivo e di reiterazione di uno stilema, e considerando una durata comunque a tratti un po’ eccessiva, forse si sarebbe potuto asciugare leggermente l’ascolto nel complesso, rendendolo meno tirato per le lunghe. La stessa “The Last Unicorn”, che chiude il pacchetto, risulta anche piuttosto toccante, ma la sua natura musicale tutto sommato rilassata ci porta a chiederci se non sarebbe stato meglio inserirla in un punto interno della scaletta, anziché in una posizione estrema, che personalmente avremmo affidato volentieri a un pezzo più carico e riassuntivo di quanto ascoltato finora.
Le suddette ingenuità strutturali ci impediscono di premiare con un voto più alto il prodotto in questione, anche se dobbiamo ammettere di esserci innamorati di un paio di pezzi, il cui potere trascinante dovrebbe fungere da monito ai Crom per fare ancora meglio in futuro, magari arrivando nuovamente ad eguagliare il piacevolissimo esordio.