8.0
- Band: CROSSES
- Durata: 56:22
- Disponibile dal: 11/02/2014
- Etichetta:
- Rude Records
- Sumerian Records
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Simbolicamente identificati con il simbolo †††, i Crosses non si configurano semplicemente come la nuova fatica del Chino Moreno. Il progetto è personificato soprattutto dalla mente creativa del chitarrista dei Far Shaun Lopez e dal produttore Chuck Doom. Il progetto aveva dato alla luce precedentemente, nel 2011 e nel 2012, a due EP i cui contenuti si vanno ad aggiungere al primo vero e proprio LP omonimo appena dato alle stampe via Sumerian Records. Chi conosce bene i Deftones saprà benissimo che qua e là si son sempre trovate sparse varie influenze di elettronica 80s, Depeche Mode e Cocteau Twins. Bene, qui raggiungono l’apice dell’esposizione, resa del tutto esplicita e condita dal Chino più melodico che potessimo sperare. L’enigmatico Chuck Doom intesse trame post-industrial degne dei più moderni Nine Inch Nails donando all’album delle venature tipicamente lynchiane e inquietanti, che però ben supportano la scrittura dei brani di Shaun Lopez, al limite tra il melodico più affabile e l’arrangiamento ricercato. L’impasto è sicuramente degno di nota, proprio per questo suo fondersi di gusto immediatamente percepibile e di profondità mistica che lascia spazio ad un desiderio recondito di ri-ascolto immediato, complice in questo caso la poderosa durata del disco e l’attitudine in bilico tra l’inquietante e il barlume di speranza. L’electro-pop si mischia alla new-wave, attitudine spirituale e la voce del Chino, che a tratti si lascia andare ad interventi scream (“Bi†ches Brew”) e altrove a parti più à la Robert Smith e a reminiscenze di ballate 90s (“Nine†een Nine†y Four”), aperture ariose (“†hholyghs†”) e attitudini à la Massive Attack di “Mezzanine” (“Dea†h Bell”). Lo spettro delle influenze è infinito e vario che le composizioni attingono da più parti creando un pastiche omogeneo in cui gli arrangiamenti e la qualità generale dei pezzi creano un’uniformità magniloquente, elegante e raffinata. Le liriche sono sempre minimali eppure capaci di trasmettere un carattere cinematico e immaginifico che ben si sposa con le trame di Shaun. Menzione speciale per la bellissima “Epilogue”, forse la canzone più radiofonica mai interpretata dal Chino:” I guess that it’s we’ve come to the end/ we’ve circled around our doom/ yeah I won’t stop. / Not till I get what I want. / Cause all I want is you.” I fan dei Team Sleep e dei primi due EP dei Crosses non troveranno nulla di nuovo, ma per coloro che non hanno mai sentito nominare nessuno dei due nomi sarà sicuramente una sorpresa piacevole scoprire questa piccola ostrica che racchiude altrettanto piccole perle della carriera del frontman dei Deftones, Shaun Lopez e Chuck Doom. Il trio delle croci è già candidato ad un’ottima fama, sicuramente per i vecchi (si fa per dire) nu-metaller che hanno saputo plasmare i propri gusti verso i lidi elettronici e catchy verso i quali i propri altrettanto vecchi (sempre per dire) miti hanno ormai spiegato le vele per non annegare nel ricordo stesso. Gran disco.