8.0
- Band: CRUCIAMENTUM
- Durata: 00:44:47
- Disponibile dal: 04/09/2015
- Etichetta:
- Profound Lore
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Sinora la carriera dei Cruciamentum non è stata delle più lineari: una discografia fatta esclusivamente di EP, saltuari concerti, lunghi silenzi e persino un momentaneo scioglimento. Un curriculum all’insegna della “toccata e fuga”, ma che ad oggi può comunque solo vantare episodi memorabili, tanto in studio quanto sul fronte live. Il 2015 ci regala finalmente il primo full-length per i death metaller britannici: “Charnel Passages” arriva tramite la lanciatissima Profound Lore e presumibilmente ci metterà davvero poco a consolidare ulteriormente la fama di questa formazione. Il suono, pressante e cupo, è ormai riconoscibile: una miscela delle cadenze imponenti di Incantation e Immolation unita alla fedeltà al più classico old school di (primi) Morbid Angel, Bolt Thrower e Demigod. Proprio come nei lavori precedenti, non sono troppo numerose le affinità con i cugini Grave Miasma e con altre realtà dell’occulto calderone underground: se da un lato è indubbio che un notevole alone mistico avvolga la maggior parte del materiale, dall’altro non si può dire che i Cruciamentum si impegnino per concepire un suono particolarmente astratto o enigmatico. Rovistando tra la grande tradizione death metal, scevra di presunzione e velleità elitarie, i ragazzi propongono una lunga serie di grandi riff, palesando ancora una volta la loro proverbiale capacità di scrivere canzoni che non necessitano di molti ascolti per catturarne la magia. I riverberi allucinati sono magistrali e catapultano in una nuova dimensione, ma è quando il gruppo indugia su toni marziali, con dei tom roboanti a sottolineare il cambio di ritmo, che il quartetto denota una personalità che può togliere le forze anche al più incallito dei dubbiosi. Sotto questo aspetto i Cruciamentum si avvicinano non poco ai già leggendari Dead Congregation: il suono è potente, pratico, ma anche ricco di gusto e di piccole finezze, dimostrazione di quanto si possano elevare certe sonorità Novantiane fino a qualcosa che non sia una pedissequa rilettura in chiave moderna o un vuoto tentativo di alienare l’ascoltatore. È qui la vera differenza tra loro e a certi nomi che ora gravitano intorno alle cosiddette correnti necro, trve, apocalyptic, ecc, ecc… gruppi lunatici ed eccentrici quanto si vuole, ma che alla lunga non lasciano traccia. Quando poi i Cruciamentum infilano anche ricami melodici – come in certe aperture di “Collapse” – prima di passare alle consuete trame avvolgenti e incalzanti, si ha la certezza che difficilmente questa band sia in grado di confezionare qualcosa di mediocre. Per il disco capolavoro o della definitiva consacrazione c’è tempo, ma non crediamo che occorrerà attendere troppo.