7.5
- Band: CRUENTUS
- Durata: 00:37:25
- Disponibile dal: 15/10/2019
- Etichetta:
- Triple A Events Rec.
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Dopo ventitré anni di silenzio discografico i pugliesi Cruentus sono tornati in studio per dar seguito al seminale “In Myself”. Un album, quello del 1996 che, oltre a mettere in risalto le buonissime qualità della thrash-death band capitanata dal chitarrista Antonello Maggi, le diede la possibilità di calcare i palchi italiani ed europei in compagnia di nomi del calibro di Necrodeath, Coroner, Destruction ed Entombed. Una carriera che trova oggi il giusto tassello per celebrare al meglio il suo trentesimo anno di attività. E lo fa nel migliore dei modi: scaraventandoci addosso una quarantina di minuti rivestiti di old-school, cruenti e diretti, tornando così alle prime sonorità sfornate dal gruppo stesso, quando il passaggio alle sperimentazioni (emerso nella sua totalità proprio in “In Myself”) era ancora in fase embrionale. Egregia testimonianza di quanto appena scritto è il qui presente “Fake”. Registrato presso il Mast Recording Studio di Bari, il nuovo dei Cruentus è un omaggio all’eterna lotta esistenziale tra il bene e il male, spesso avvinghiati in un circolo vizioso dai tratti mortali. Un abbraccio ben rappresentato sia dal dualismo animalesco riprodotto in cover, sia dalla struttura complessiva dei brani.
Seppur di media/breve durata, infatti, i dodici pezzi inseriti in track list armonizzano perfettamente la capacità della band barese di sparare a zero sulla folla (“Circles” e “Passin’ Over”), di aprirsi a passaggi più atmosferici (“Timeless” e “See You On The Top”) o di macinare trame più ricercate ed empiriche (“Everspace” e “The Strain”). Ad espandere il pericoloso vortice sonoro, dove i rimandi a Death, Obituary e ai classici del thrash di stampo europeo risaltano in più di un’occasione, ci pensa in primis la vecchia guardia formata dallo stesso Maggi (ideatore degli arrangiamenti), il bassista Adriano Boghetic (responsabile dei testi) ed il frontman Nicola Bavaro la cui ugola ha impresso il timbro della vecchia scuola dalla prima all’ultima corda vocale. Un trio più che oliato al quale si aggiungono Domenico Mele, anch’egli alla chitarra, e Valerio Di Masi on the drums a completare una macchina da guerra dall’impatto devastante. E proprio mentre scriviamo il combo pugliese è impegnato a divulgare il nuovo “Fake” sprigionando, ne siamo certi, la stessa dose di energia che traspare lungo tutto il nuovo full-length. E’ tutto vero dunque: i Cruentus sono tornati, le mazzate sui denti pure.