6.0
- Band: CRYPTA
- Durata: 00:41:46
- Disponibile dal: 11/06/2021
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Dallo stadio della Napalm Records è tutto: l’amichevole in famiglia tra le Nervosa e le Crypta termina con la vittoria della band capitanata da Prika Amaral grazie al “Perpetual Chaos” rilasciato poco più di quattro mesi fa. Le ex compagne di merenda della chitarrista carioca, Fernanda Lira e Luana Dametto, erano infatti attese al varco per dare una degna risposta sonora in seguito alla loro dipartita. E allora, dopo aver ‘scippato’ Sonia Anubis dalle Burning Witches ed assoldato Taina Bergamaschi (entrambe alla sei corde), ecco qui “Echoes Of The Soul”, debutto ufficiale della nuova creatura death metal a nome Crypta. Un lavoro sicuramente concreto, musicalmente anche vario e valido, ma con un difetto che alla lunga ha pesato sul risultato finale del full-length. Una nota dolente che già nei lavori partoriti con la sua vecchia band si era palesemente manifestata. Stiamo parlando della prestazione vocale della stessa Lira: il timbro mixato Schmier/Dani Filth è rimasto ancora una volta imbalsamato sulla stessa intensità praticamente in tutti i brani, andando così a sminuire il contributo più che discreto portato proprio dalle due nuove colleghe. Gli intermezzi strumentali presenti sia in “Starvation” che in “Possessed”, per esempio, avevano alzato l’asticella dell’interesse generale; attenzione che è stata tuttavia abbattuta dal piatto incedere dell’ugola della bassista brasiliana.
Una caratteristica che si ribalta anche sull’apparato strutturale dei vari pezzi: monocorde e fin troppo statico nelle parti in cui la Lira riveste anche il ruolo di singer, più coinvolgente e curioso negli stacchi riservati alla sola strumentazione. Severo, forse troppo, ma, volendo fare un confronto con la Diva Satanica di casa Nervosa, non possiamo non sottolineare come l’ingresso dietro al microfono della cantante iberica sia stato uno degli aspetti più positivi relativamente al nuovo formato del gruppo della Amaral. Tornando all’esordio delle Crypta, brani come “Kali” (il migliore del lotto), “Shadow Within” e l’arabeggiante “Dark Night Of The Soul” escono dall’anonimato, riuscendo a prendersi un po’ di quella singolarità altrimenti assente, o comunque poco partecipe negli altri episodi.
Rientrati negli spogliatoi, visti i pregi e i difetti delle due release, verrebbe da azzardare una domanda: ma le Crypta con una voce più… Satanica?