6.5
- Band: CRYPTA
- Durata: 00:51:45
- Disponibile dal: 04/08/2023
- Etichetta:
- Napalm Records
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Inutile nasconderci, quando leggi Crypta, leggi Nervosa: qui Fernanda Lira, di là Prika Amaral.
Da quattro anni ormai le due ex colleghe vivono e suonano in due mondi separati. Se da una parte Fernanda ha costruito il suo personale progetto in chiave death/black, dall’altra, la bionda chitarrista si è letteralmente incaponita (o innervosita) nel cambiare continuamente la line-up della sua band, arrivando in ultimo a prendersi direttamente il ruolo di cantante, rimasto vacante dopo la dipartita di Diva Satanica.
Una ‘diatriba’ musicale che prosegue quindi a distanza, a colpi di album rilasciati, live e avvicendamenti vari, divenendo una sorta di metal-soap opera: in questa nuova puntata le protagonista sono appunto le Crypta e il loro nuovo album, il secondo in carriera, “Shades Of Sorrow”.
Disco ancora una volta altalenante (leggerete tra poco il motivo) che prosegue l’intenzione sviscerata nel precedente “Echoes Of Soul” e cioè quella di proporre una miscela di death E black, spaziando tra soluzioni compositive più melodiche (“Poisonous Apathy”, “Stronghold”, “Trial Of Traitors” e “Lullaby For The Forsaken”) e passaggi più diretti e massicci (“Dark Clouds” e “Lord Of Ruins”).
Cosa dire? Partiamo dalle note positive: rispetto all’esordio, la volontà di variare il tiro tra un pezzo e l’altro è sicuramente palese ed il merito va sicuramente ricercato al lavoro svolto dalle due chitarriste Tainà Bergamaschi e Jessica Falchi, oltre al prezioso contributo della puntuale Luana Dametto, anch’essa già presente nelle Nervosa in sede di batteria.
Insomma, un quadro sonoro compatto, variegato, interessante…. Se non fosse per quel problemino, annoso ormai, che ricade esclusivamente nel reparto vocale: non ce ne voglia la buona Lira ma il suo timbro è un qualcosa di veramente ossessivo, monocorde, in grado, con quel suo sibilo felino, di coprire ogni singolo riff, arrivando ad omologare ogni brano, togliendoli quindi qualsiasi tipo di singolarità acquisita. Ed è un vero peccato, in quanto le potenzialità – prettamente strumentali – delle quattro musiciste sono discrete e proprio su questo piano, “Shades Of Sorrow” è un album ascoltabile. La presenza costante ed asfissiante di quella voce tuttavia, lo rende diabolicamente monotono, tanto che alla fine difficilmente si riesce a distinguere un pezzo dall’altro.
Un mezzo punto in più rispetto al primo “Echoes Of Soul” ci sentiamo comunque di assegnarglielo, proprio per il miglioramento sopra menzionato. Tempo addietro avevamo simpaticamente suggerito alle Crypta, viste le problematiche esecutive di entrambe le band, di bussare in casa Nervosa chiedendo in prestito l’indole della Diva Satanica, creando una sorta di Cryosa, o Nervypta. Oggi, visto che la cantante spagnola è tornata in pianta stabile nei Bloodhunter, chiedere aiuto alla nuova cantante della thrash band femminile (alias Prika Amaral) sarebbe alquanto rischioso. La difficoltà comunque rimane abbastanza palese e, per il futuro, sembra quanto meno scontato un pensiero in tal senso.