6.5
- Band: CRYPTIVORE
- Durata: 00:27:10
- Disponibile dal: 15/03/2022
- Etichetta:
- Bitter Loss Records
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Se siete in cerca di un sano divertimento sonoro a suon di death metal questo è il posto giusto. Da una lugubre ed irrequieta palude australiana è riaffiorata la creatura Cryptivore. Nato nel 2015 e venuto a galla due anni più tardi con il primo demo “Unseen Divinity”, l’essere del Queensland è tornato per mostrarci il suo primo full-length “Celestial Extinction”. Dietro la maschera dei Cryptivore si nasconde Chris Anning, che, nel ruolo di one-man band, dirige questa orchestra intrisa di death metal vecchia scuola. Brutale e diretto, l’album è un concentrato di violenza sonora elettrizzata da piacevoli riff e sferzate a sei corde che, come magneti, si attraggono per poi respingersi in direzioni opposte. Ad orbitare attorno a queste meccaniche sonore c’è una ritmica nervosa e multiforme che sfrutta la velocità alternata delle singole tracce per modularne l’equilibrio. Le influenze musicali che hanno permesso a “Celestial Extinction” di venire alla luce derivano certamente dalla scena death metal anni Novanta, nello specifico si parla dei primi Amorphis, dei Grave e dei Carcass. Infatti, in questo primo lavoro, si notano profonde venature che tendono al grind, nonostante il disco resti comunque radicato a sonorità puramente death metal. Come detto in precedenza, il platter, nella sua breve lunghezza, mostra un’impronta comunque personale ed una maturità compositiva che ne evita la scomparsa fra nebbie anonime. Dieci brani accattivanti che spaziano tra massiccia brutalità, ritmi pachidermici e melodia effimera: un fiume in piena nel quale scorre un growl inquinato e furioso. Durante l’ascolto, è facile accorgersi che, al persistente suono rabbioso, si incastrano riff orecchiabili che divorano la memoria offrendo una piacevole esperienza uditiva. “Cocoon Hecatomb”, “Drippin with Skin”, “Monastery Worms”, “Solemn Desolation” sono alcune delle migliori espressioni sonore che i Cryptivore offrono all’ascoltatore. “Celestial Extinction” è dunque un buon punto di partenza dal quale possono diramarsi percorsi intriganti su cui sviluppare nuove sperimentazioni.
Chi conosce bene il death metal sarà sicuramente incappato in questi territori malsani e non troverà molte differenze con i viaggi del passato ma, quella dei Cryptivore, resterà un’avventura interessante dalla quale sarà facile uscirne con un bagliore di soddisfazione ed esaltante piacere.