CRYPTOPSY – Once Was Not

Pubblicato il 18/10/2005 da
voto
8.0
  • Band: CRYPTOPSY
  • Durata: 00:49:47
  • Disponibile dal: 18/10/2005
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: Self

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In più di due anni di silenzio (quattro, se non si tiene conto del live “None So Live”) i Cryptopsy non hanno certo avuto momenti facili, visto l’improvviso distacco dal cantante Martin Lacroix e dal chitarrista Jon Levasseur. Ma se il primo viene validamente sostituito dal mitico Lord Worm, già cantante della band all’epoca dei seminali “Blasphemy Made Flesh” e “Nono So Vile”, il gruppo canadese decide di tornare in parte alle origini, rinunciando alla seconda chitarra e recuperando un background prettamente death metal da sempre presente nel suo DNA. Anni forse difficili ma non improduttivi, a giudicare da quanto è possibile ascoltare in questo nuovo “Once Was Not”, un lavoro dove i Cryptopsy sembrano aver cercato e trovato la soluzione migliore per mediare tra il tecnicismo esasperato dei recenti “And Then You’ll Beg” e “Whisper Supremacy” e il passato a base di violentissimo, bestiale e ben poco progressivo death metal. L’originalità e la personalità che da sempre li contraddistinguono hanno creato in questo nuovo disco un’ottima alchimia tra riff pesantissimi e insolite impennate di melodia, ritmiche serrate e passaggi più che mai intricati. Spiazza non poco l’intro acustico “Luminum”, mentre “In The Kingdom Where Everything Dies, The Sky Is Mortal” non si rivela troppo distante dalle sonorità di “None So Vile” nonostante l’approccio sia più controllato. Nelle splendide “Carrionshine” e “Adeste Infidelis” si intersecano come per magia sezioni groovy e avvolgenti e scariche di blastbeat semplicemente impressionanti; “The Curse Of The Great”, invece – a dispetto di una durata non certo esigua (più di cinque minuti) – finisce per risultare uno dei pezzi più memorizzabili dell’album, mettendo in mostra una serie di riff veramente catchy e diretti. Dalla complessa “The Frantic Pace Of Dying” – composizione che racchiude al suo interno uno spiazzante quanto riuscito stacco al limite del symphonic black – la tracklist finisce per presentare più o meno le stesse caratteristiche dei primi brani, non offrendo più grosse sorprese ma regalando una sfilza di riff e break atmosferici grandiosi, su tutti quello che apre “The Pestilence That Walketh In Darkness (Psalm 91 : 5-8)”, uno degli episodi più interessanti del finale del platter assieme al macigno “Endless Cemetery”. Proprio sulle ferali note di quest’ultimo pezzo – ideale per un bel po’ di sano headbanging – si chiude “Once Was Not”, un disco che segna il ritorno in grande stile di una formazione coerente, originale e a tratti davvero imprevedibile, che dopo tante vicissitudini ha tutte le carte in regola per riprendersi il proprio ruolo di primo piano nel panorama death metal mondiale.

TRACKLIST

  1. Luminum
  2. In The Kingdom Where Everything Dies, The Sky Is Mortal
  3. Carrionshine
  4. Adeste Infidelis
  5. The Curse Of The Great
  6. The Frantic Pace Of Dying
  7. Keeping The Cadaver Dogs Busy
  8. Angelskingarden
  9. The Pestilence That Walketh In Darkness (psalm 91 : 5-8)
  10. The End
  11. Endless Cemetery
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