5.5
- Band: CRYPTOPSY
- Durata: 02:18:00
- Disponibile dal: 12/11/2012
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Alla faccia del tempismo! I Cryptopsy non fanno in tempo ad uscire dal torpore in cui erano sprofondati dopo la pubblicazione di “The Unspoken King” che – praticamente in concomitanza con l’uscita del valido come-back album – la loro ex casa discografica immette sul mercato una doppia raccoltona/best of di dimensioni ragguardevoli. Qui appare palese la volontà della label tedesca di cavalcare l’onda generata dall’insperato rientro sulle scene dei death metaller canadesi, artefici da pochissimo di un lavoro che ha quasi esclusivamente riscosso pareri positivi tra fan e addetti ai lavori. “The Best Of Us Bleed” offre il solito calderone a base di brani estratti da ogni album ufficiale, la cover di turno (“Oh My Fucking God” degli Strapping Young Lad), demo e pezzi registrati dal vivo e/o in sala prove. Tra tutto questo, spiccano tre inediti qui posti proprio in apertura: materiale chiaramente composto e registrato di recente, visto che sia a livello di stile che di suoni siamo a grandi linee dalle parti degli ultimi due full-length. L’opener “Boden”, dal guitar-work molto rotondo, si avvicina in particolare a “The Unspoken King” e avrebbe potuto rivelarsi uno degli episodi migliori di quel disco, se questa fosse stata inclusa nella tracklist. “A Graceful Demise” e “Holodomor” invece ostentano un approccio più old school che richiama il nuovo “Cryptopsy”: “A Graceful…” prova addirittura ad omaggiare “None So Vile” nel riff portante, ma il risultato finale è senza infamia e senza lode; qui, in effetti, si comprende il motivo per cui le tracce non siano state utilizzate negli album ufficiali. A seguire, troviamo quindi varie canzoni chiamate a rappresentare ogni periodo della carriera del gruppo: alcune sono hit immortali (“Cold Hate, Warm Blood”, “Phobophile”, ecc), altre fanno giusto presenza (“Silence The Tyrants”?). Il finale del secondo CD è invece dedicato a varie cosiddette chicche o rarità – live e demo – ma il tutto è oggettivamente di poco conto. Se, ad esempio, siete tra i possessori del live “None So Live” potete tranquillamente tralasciarle. A ben vedere, è forse l’intero “The Best Of Us Bleed” a non offrire più di tanti motivi di interesse: la formula “best of” in questo caso è superflua, dato che gli album dei Cryptopsy sono da sempre facilmente reperibili e a prezzi tutt’altro che elevati; la parte “bonus” della tracklist, inoltre, non contiene materiale così intrigante e, anzi, viene presto a noia. In definitiva, a meno che, per qualche ragione, si sia particolari amanti di questo genere di prodotti, l’acquisto di “The Best Of Us Bleed” potrebbe rivelarsi un piccolo azzardo. Meglio andare a investire sui vecchi capolavori della discografia…