7.5
- Band: CRYPTOSIS
- Durata: 00:39:13
- Disponibile dal: 26/03/2021
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Dopo aver distillato thrash nella sua forma più rudimentale e genuina, gli olandesi (a questo punto ex) Distillator hanno deciso di cambiare pelle, rivestendo di modernità e accuratezza la primordiale proposta, con l’aggiunta di elementi prog e blackened, così da suggellare una camaleontica rinascita che, con il qui presente “Bionic Swarm”, ha sicuramente centrato l’obiettivo desiderato. Sotto il nuovo monicker Cryptosis, il trio formato da Laurens Houvast (chitarra e voce), da Frank De Riet (basso) e dal batterista Marco Prij, pur mantenendo salde le radici d’ispirazione alla vicina Germania (Kreator e Destruction su tutti), è stato in grado di dare un taglio deciso con il passato, intraprendendo una strada da una parte sì rischiosa ma che, a conti fatti, ha dato ragione alla caparbietà messa in campo dallo stesso terzetto. Un concept album che vuole esplorare i potenziali orrori di un futuro distopico in cui la tecnologia, ormai padrona, ha preso il sopravvento sull’umanità, controllandola sotto ogni punto di vista. Una previsione, a dirla tutta, non così lontana dal mondo reale.
Tornando alla musica, un assaggio dell’evoluzione sonora attuata dai Cryptosis lo abbiamo giù avuto nel recentissimo split “Transmission Of Chaos” con i superbi Vektor. “Decypher” e “Prospect Of Immortality”, sicuramente due dei migliori episodi di “Bionic Swarm”, hanno fatto il paio con i rispettivi brani proposti dalla band canadese, dimostrando le enormi potenzialità dei ragazzi di Enschede, oltre al notevole salto di qualità rispetto a quanto offerto nei precedenti due lavori. Ed è proprio “Decypher”, una volta terminata l'”Overture 2149″, a mettere in moto il viaggio futuristico organizzato a puntino da Houvast e compagni. Su una strofa di chiara impostazione ‘petrozziana’, i Cryptosis hanno inserito spunti sinfonici e ricercati, in grado di alzare il livello della proposta. Strategia applicata lungo tutti i dieci pezzi previsti riuscendo, seppur con qualche filler qua e là, a dar vita ad un full-length accattivante, raffinato e soprattutto vario. Da “Death Technology”, condita da sfumature tinte di Megadeth, alla cattivissima “Conjuring The Egoist” (altra hit dell’album), dalla maligna “Mindscape” all’altrettanto atmosferica “Prospect Of Immortality”, suddivisa al suo interno in cinque particolari capitoli. Un esperimento riuscitissimo quello dei Cryptosis che trova il suo compimento nella conclusiva “Flux Divergence” dove, riprendendo alcuni slanci made in Slayer, scoviamo la perfetta linea di congiunzione tra il prima e il dopo, questa volta per nulla spaventoso, dell’act olandese.