7.5
- Band: CRYPTS OF DESPAIR
- Durata: 00:38:01
- Disponibile dal: 23/04/2021
- Etichetta:
- Transcending Obscurity
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La lunga lista dei singolari casi umani del panorama underground si arricchisce di un’altra interessante realtà. I Crypts Of Despair hanno infatti come primo pregio quello di essere una band piuttosto particolare: una formazione dalle chiare radici death metal, ma la cui indole risulta curiosa o comunque incline ad approfondire ed allargare i confini della propria proposta. “All Light Swallowed”, secondo full-length del quartetto lituano, sposa infatti una base death metal indubbiamente solida e tangibile con un costante velo di atmosfera, un mood notturno che gioca con sentori astratti e rimandi quasi impercettibili. Da un lato abbiamo delle ritmiche concrete e delle strutture che non si perdono quasi mai in troppe ripetizioni (i pezzi durano al massimo cinque minuti), dall’altro delle atmosfere quasi sospese, delle intermittenze di colori e dei giochi di luce ci regalano del materiale dall’impronta peculiare. Prerogativa dei Crypts Of Despair sembra essere lo sviluppo di un tema melodico che abbracci sia vigore che inventiva su una sezione ritmica vibrante e potente, senza però scadere in cadenze troppo ridondanti e isteriche. Si apprezza insomma la misura con cui il gruppo dosa i vari elementi: i ragazzi originari di Kaunas non sono dei megalomani, oppure sanno benissimo che oggigiorno vi sono già troppi discepoli degli Ulcerate in giro; con il loro songwriting i quattro architettano un death-black metal che ha un effetto martellante e che al tempo stesso lacera e ricuce una melodia sinuosa, ma l’obiettivo finale resta il concepimento di canzoni dallo sviluppo chiaro, sì ampiamente sporcate di feedback e distorsioni, ma non per forza indirizzate verso quel caos di dissonanze che da un lato certo potrebbe riportare a visioni desolanti e sulfuree da paesaggio apocalittico, ma che dall’altro inizia a essere un tantino abusato di questi tempi.
L’intero lavoro galleggia tra passaggi ambigui e quasi mistici e irruzioni travolgenti, sorrette da un bel groove e cariche di un’energia incontenibile, tuttavia la direzione appare chiara e l’estetica coesa. I brani appaiono compatti e alcuni riescono ad imprimersi nella mente già dopo pochi ascolti.
Rispetto al debut album “The Stench of the Earth”, in cui i rimandi old school death metal erano un po’ più ricorrenti, i Crypts Of Despair compiono dunque un netto passo in avanti, riuscendo a trovare un compromesso fra potenza e astrazione che va a descrivere con un tocco piuttosto personale quelle zone di confine in cui le le alienazioni si mescolano alle emozioni. Sarà interessante seguirli e vedere dove andranno a parare in futuro.
