7.5
- Band: CRYPTWORM
- Durata: 00:34:57
- Disponibile dal: 15/12/2023
- Etichetta:
- Me Saco Un Ojo Records
- Pulverised Records
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Coerenza e costanza: sono i due sostantivi maggiormente adatti a descrivere la carriera dei Cryptworm, iniziata ufficialmente un decennio fa, ma effettivamente produttiva dalla primavera del 2017, quando il progetto diede alle stampe il suo primo demo. Il gruppo ungherese/britannico – recentemente diventato un terzetto, con il bassista Joss Farrington (Cryptic Shift, Seprevation) e il batterista Jamie Wintle (Seprevation) che sono andati a unirsi al cantante/chitarrista Tibor Hanyi – ha da allora mantenuto un ritmo assai serrato nelle uscite, diventando anche piuttosto attivo sul fronte live.
Con questo nuovo “Oozing Radioactive Vomition”, la band torna alla carica a circa un anno e mezzo di distanza dal precedente “Spewing Mephitic Putridity”, insistendo sulla propria miscela di old school death metal e fugaci derive gore-grind per cui ormai è piuttosto riconoscibile. Un periodo tribolato, anche solo per l’importante cambio di line-up, ha condotto a un’opera dall’atmosfera più densa, nella quale il suono della formazione sembra costantemente in preda a convulsioni, tanto appare incapace di restare fermo.
La costanza di cui si parlava in precedenza è estendibile anche alla qualità delle prove di Hanyi e compagni, che ormai da tempo offrono discrete garanzie agli amanti delle profonde distorsioni miste a sprazzi di ingegnosità. Il nuovo album tuttavia mostra più che mai una certa crescita nella strutturazione dei brani, i quali iniziano ad attestarsi su durate importanti, aprendosi, come accennato, a svariati cambi di tempo e registro. In questo senso, “Oozing…” è quasi un disco alla “Destroy the Opposition”, con riff su riff che vanno puntualmente a schiudere nuove sezioni e a portare la musica su lidi sempre più sfrenati. Del ‘brutal-core’ dei vecchi Dying Fetus comunque qui vi è solo l’approccio in sede di regia: a livello prettamente stilistico, i Cryptworm continuano a mantenere una forte impronta primi anni Novanta, con spiccate influenze Autopsy, Carcass e Dead Infection (e quindi Undergang), a cui ora si aggiungono – perlomeno all’altezza di certe impennate chitarristiche – i finlandesi Demilich. Prendendo esempio dagli autori di “Nespithe”, il trio questa volta mette sul piatto un buon numero di riff complessi e contorti, creando un suono maggiormente intricato che va a sottolineare con più decisione la tipica atmosfera claustrofobica e surreale.
Come era avvenuto nel debut, dopo qualche ascolto ci si rende conto che alcuni ‘giri’ di chitarra vengano riproposti senza grandi modifiche nel corso della tracklist, cosa che, almeno sulle prime, può lasciare un attimo interdetti. Volendo sorvolare su queste ripetizioni, si può però riscontrare un rinnovato dinamismo alla base della musica della band, con inediti equilibri instauratisi tra estro e ignoranza, che vanno a rendere “Oozing Radioactive Vomition” un ulteriore passo in avanti nel percorso artistico dei Cryptworm. Di certo siamo davanti al lavoro più completo del gruppo, quello più ‘ricco’ di spunti e al contempo quello più divertente da ascoltare. Limando ancora qualcosa sul fronte del riffing, i ragazzi potrebbero davvero fare il salto, vista la tenacia che già li contraddistingue.