6.0
- Band: CRYSTAL BALL
- Durata: 00:50:44
- Disponibile dal: 29/11/2013
- Etichetta: Massacre Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo sei anni di silenzio tornano a farsi vivi i Crystal Ball con un nuovo album che rappresenta la sesta tappa raggiunta in quasi vent’anni di carriera, iniziata nel 1995 con il vecchio moniker Cherry Pie e successivamente mutato in quello attuale. La band svizzera non è mai riuscita ad accattivarsi le simpatie delle cronache internazionali e dei numerosi fan dell’hard rock melodico, rimanendo così oscurata dall’imponente ombra dei ben più celebri e talentuosi Gotthard. Probabilmente, tale insuccesso è stato anche decretato da una serie di lavori qualitativamente incostanti (ottimo “Hellvetia”, mediocre “Time Walker”, appena sufficiente “Secrets”), che hanno minimizzato le possibilità dei Nostri di ottenere una certa visibilità oltre confine. “Dawnbreaker” dovrebbe rappresentare una sorta di nuovo inizio per i Crystal Ball, in quanto l’estroso frontman Mark Sweeney ha piantato baracca e burattini ed al suo posto è stato ingaggiato Steven Mageney. Il nuovo arrivato si rivela artefice di una performance più che dignitosa, ma purtroppo priva di quel quid in grado di dare la marcia in più ad un prodotto certo non privo di punti deboli. Le speranze di assistere ad un tanto inaspettato quanto piacevole colpo di coda sono oramai ridotte al lumicino anche in questo caso, in quanto purtroppo non sono stati eliminati i difetti che hanno penalizzato qualitativamente gli ultimi due capitoli. Intendiamoci, “Dawnbraker” è un lavoro formalmente inappuntabile, vi sono contenuti alcuni episodi piacevoli e tutto sommato ben costruiti: le terremotanti “Break Of Dawn” e “Power Pack” sono due tracce esplosive e senza compromesso alcuno, baciate da un sound moderno ed aggressivo, calibrato da una produzione al passo con i tempi a cura di Stefan Kaufmann (noto ai più per essere il batterista degli Accept). Il singolo “Anyone Can Be A Hero” è un solido anthem studiato a tavolino che spicca il volo su di un accattivante chorus ad effetto; mentre siamo pronti a scommettere che il groove spaccaossa generato da “Walls Fall Down” induca chiunque ad alzare al massimo il volume del proprio stereo sino a frantumare i vetri delle finestre. Il resto della tracklist si arena su anonimi mid tempo come “The Brothers Were Right”, “Skin To Skin” e “Back For Good”, mentre un’assordante caduta di tono viene generata da “Eternal Flame”, stucchevole power ballad fiaccata da una linea melodica portante ingenua e pedante. Mancato il treno del successo, i Crystal Ball proseguono il proprio cammino con indubbia integrità artistica, anche se purtroppo tale virtù non è sufficiente per comporre canzoni in grado di ergersi al di sopra della media. Per chi si accontenta…