8.0
- Band: CRYSTAL LAKE
- Durata: 00:40:29
- Disponibile dal: 15/02/2019
- Etichetta:
- Sharptone Records
- Distributore: Warner Bros
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I Crystal Lake sono in giro dal 2002, ma per qualche motivo sono rimasti confinati nel lontano oriente fino ad un sostanziale cambiamento di lineup, che ha risparmiato solo i chitarristi fondatori Yudai Miyamoto e Shinya Hori. Con il contributo del frontman Ryo le sorti della band di Tokyo sono cambiate sostanzialmente, grazie alla fortunata cover di “Rollin'” dei Limp Bizkit (uno scherzo poco rappresentativo della musica del gruppo) e soprattutto all’accordo con Artery Recordings per il Nord America, che ha aperto loro le porte a numerosi tour con i pesi massimi della scena metalcore e a una osannata partecipazione al Knotfest Japan nel 2016. Il quinto album in studio marca un altro salto epocale con il contratto con SharpTone Records, che distribuisce “Helix” in tutto il mondo (esclusa la madrepatria) con la conseguente super potenza promozionale di mamma Nuclear Blast. Prendendo dal template metalcore i Crystal Lake, forti di una consistente esperienza sulla scena e di una grande maturazione artistica, esprimono il proprio potenziale in una collezione di brani molto variegati che abbracciano influenze nu-metal, post hardcore, djent, ambient e prog con una naturale propensione all’uptempo e un rinnovato senso del groove. La cosa più bella di “Helix” è però il fiorire di quell’eccentricità, nel senso più orientale del termine, che caratterizza i giapponesi all’interno del panorama mondiale: oltre alle texture elettroniche tra Linkin Park e J-Rock, che danno al disco una dimensione particolarmente aliena, viene portata alla massima espressività l’uso di linee melodiche e riff su scale tonali giapponesi, capaci di donare un sapore esotico sia alle tracce più brutali (“Aeon”, “Agony” e “Hail to Fire”) sia a quelle più anthemiche (“Lost In Forever”, “Apollo”). Tentando di forzare volontariamente la propria formula c’è anche qualcosa che non fila propriamente liscio, almeno in confronto al resto del disco, così la ballad moderna “Outgrow” e l’elettronica “Just Confusing” potrebbero non soddisfare gran parte degli ascoltatori, ma la cafonaggine elaborata di “+81”, che ricorda fortemente i nostri Destrage, non può che far apprezzare ogni tentativo di uscire dal proprio guscio. Non fatevi trarre in inganno da alcune parole, “Helix” rimane dall’inizio alla fine un disco serio e sofisticato, che riesce a catturare in studio quell’intensità disarmante che la formazione di Tokyo riesce a diramare dal palco. “True North” ha dimostrato al mondo chi sono i Crystal Lake, questo seguito perfetto traccia il sentiero per la loro prossima esplosione su scala mondiale.