7.0
- Band: CULT OF ENDTIME
- Durata: 00:43:01
- Disponibile dal: 29/05/2015
- Etichetta:
- Svart Records
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I finlandesi Cult Of Endtime sembrano spuntare dal nulla, ma in realtà questi musicisti sono stati attivi per diversi anni sotto il monicker Discard. Il cambio di nome è coinciso con un netto indurimento della proposta e con il passaggio definitivo alla scena death metal, dopo esordi più vicini al thrash-death. Non a caso, “In Charnel Lights” si presenta come una miscela di ruvidità e dilatazioni ascensionali di marca Morbid Angel, martellamenti doom-death che riesumano le formule di primissimi Paradise Lost e Cathedral e fanatismo underground che può ricordare le trame impenetrabili di Sonne Adam e Corpsessed. Il primo elemento del disco a rivelarsi degno di nota è sicuramente la produzione firmata da Jaime Gomez Arellano (Paradise Lost, Primordial, Grave Miasma): i suoni sono splendidi nella loro potenza e organicità; ascoltando la musica si ha quasi la sensazione di trovarsi in sala prove con la band, tanto le vibrazioni sono calde e naturali. Poi si segnala il materiale vero e proprio: chitarre e basso ronzano e crepitano su una batteria dirompente e i brani iniziano a svelare un’atmosfera ora ispida, ora torbida, che sembra appunto declamare l’avvento dell’armageddon. A livello di strutture, i vari episodi della tracklist hanno un’impostazione piuttosto simile, tuttavia riescono a denotare una buona cura nelle dinamiche, con tappeti di doppia cassa che tendono improvvisamente a lasciare campo a rapide accelerazioni. Anche nelle parti più cavernose si sente in effetti una certa vivacità che pare ribadire le origini non propriamente death metal della formazione. I Cult Of Endtime in questo ricordano vagamente i connazionali Hooded Menace: i ragazzi sanno maneggiare partiture doom, ma non scadono spesso nelle ripetizioni ad oltranza e qua e là tendono anche a flirtare con la melodia. Insomma, di questo “In Charnel Lights” è difficile buttare qualcosa: rispetto al repertorio dei gruppi citati poc’anzi, si sente un po’ la mancanza di guizzi in grado di far tremare davvero mura e cuori all’unisono, ma nel complesso si può comunque parlare di un esordio ben riuscito. La completa maturità arriverà.