7.0
- Band: CULT OF FIRE
- Durata: 00:12:53
- Disponibile dal: 08/12/2014
- Etichetta:
- Iron Bonehead Prod.
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Con “Ctvrtá Symfonie Ohne” i Cult Of Fire omaggiano il compositore ceco Bedrich Smetana (1824-1884). Si tratta di una release particolare per il gruppo di Praga, che, soprattutto nella prima delle due tracce proposte, “Vltava”, si lascia liberamente ispirare dall’omonimo componimento di Smetana, finendo per “coverizzarne” alcuni movimenti col proprio suono black metal. In origine, l’EP doveva essere pubblicato appena dopo il debut album “Triumvirát”, ma poi la misteriosa formazione ceca decise di mettere da parte il progetto e di concentrarsi invece sul concept indiano esplorato nell’acclamato “मृत्यु का तापसी अनुध्यान“. In ogni caso, i Nostri non si erano certo dimenticati di questo esperimento e ora, grazie alla Iron Bonehead Productions, “Ctvrtá Symfonie Ohne” vede finalmente la luce. Essendo la fonte d’ispirazione completamente diversa, bisogna ovviamente approcciarsi all’opera con la mente sgombra, consci del fatto che il sound sarà per forze di cose piuttosto diverso da quello messo in mostra nell’ultimo disco. Per iniziare, sia “Vltava” che la seguente “Váh” sono del tutto strumentali: entrambe lasciano che siano degli arrangiamenti orchestrali e le tastiere a disegnare arabeschi sopra le chitarre e la sezione ritmica. I toni sono poi più mesti e il ritmo maggiormente placido: la verve tipica dei full-length sin qui pubblicati emerge solo in qualche tratto, per il resto siamo davanti ad un flusso di suoni che, anche nei suoi passaggi più serrati, esprime un profondo senso di malinconia tutto europeo. Nell’insieme, va sottolineato come pure questa esperienza sinfonica denoti una notevole classe da parte del gruppo: prima con “मृत्यु का तापसी अनुध्यान” e ora con “Ctvrtá…” sembra proprio che i Cult Of Fire siano in grado di mescolare black metal e altre tradizioni musicali come pochi altri. La proposta non dà mai l’idea di essere tronfia e pretenziosa; al contrario, si respirano grande cultura e indubbio rispetto per la materia di base, che viene riletta in chiave estrema attraverso composizioni sobrie e armoniose. Una dote non da poco, che non potrà fare altro che portare il terzetto sempre più in alto.