7.0
- Band: CULT OF FIRE
- Durata: 00:20:09
- Disponibile dal: 09/15/2016
- Etichetta:
- Beyond Eyes
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Altro EP per i Cult Of Fire, i quali evidentemente desiderano prendersi del tempo prima di dare alle stampe l’atteso successore di “मृत्यु का तापसी अनुध्यान”. Il trio con base a Praga opta per un’uscita facilmente digeribile, mettendo insieme quattro pezzi per venti minuti di musica. A livello stilistico, il gruppo si riallaccia al sound del suddetto fortunatissimo full-length, chiudendo quindi la parentesi storica dedicata al compositore ceco Bedrich Smetana aperta con il precedente EP “Ctvrtá Symfonie Ohne”. Con “Life, Sex & Death” si torna agli interessi esoterici e al misticismo e alla spiritualità orientali, temi che, come ormai di consueto, vengono trattati tramite un black metal spiccatamente arioso ed emozionale. Di nuovo i Cult Of Fire penetrano nello spirito dell’India, cogliendone i caratteri salienti, riuscendo poi a riversare questi ultimi nella loro proposta con grande energia e credibilità. Percussioni, canti mantrici e le sibilline vibrazioni del sitar accompagnano gli strumentali metal tradizionali e le screaming vocals, evocando spazio, silenzi, profondità e meditazione. Questa volta la band sembra diffondere con ancora più grazia questa astrattezza e la relativa componente etnica, producendo quattro episodi in cui il black metal è davvero solo una base di partenza; la tracklist viaggia su binari decisamente melodici, scoprendo ad ogni episodio trame sempre più melliflue e accattivanti, anche se ovviamente fuori da un’impostazione pop pura. Il songwriting non è affatto forzato e l’ascolto risulta molto piacevole: torniamo a respirare quel calore, quella straordinaria intensità emotiva e quella freschezza saggiate nell’ultimo album. A tratti sembra quasi di trovarsi davanti a dei Drudkh riletti attraverso dei raga indiani e, fruizione dopo fruizione, si fa forte l’impressione che i Cult Of Fire, partendo da queste basi, possano ambire a qualcosa di veramente maestoso al prossimo appuntamento con il full-length. Non si può fare altro che attendere, ma nel frattempo attenzione a non sottovalutare “Life, Sex & Death”, già di per sè un’opera assai appagante.