CULT OF FIRE – The One, Who Is Made of Smoke

Pubblicato il 01/04/2025 da
voto
7.5
  • Band: CULT OF FIRE
  • Durata: 00:39:24
  • Disponibile dal: 26/03/2025
  • Etichetta:
  • Beyond Eyes

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A cinque anni da “Moksha/Nirvana”, i Cult Of Fire tornano con “The One, Who Is Made of Smoke”, un’opera che sembra voler muoversi lungo il confine tra continuità e sottili mutamenti. Il fulcro creativo resta saldo nelle mani del mastermind Vladimír Pavelka, che in quest’occasione si guarda bene dal ricercare trasformazioni radicali, preferendo invece lavorare, almeno a tratti, di sottrazione, offrendo un melodic black metal che, pur nella sua riconoscibilità, risulta un po’ più essenziale e mirato rispetto al passato.
L’album sembra in effetti plasmato da una nuova economia sonora: meno ornamenti, più spazio alla melodia portante e a un’architettura musicale che respira senza eccessi. Ovviamente, le atmosfere restano mediamente dense e ritualistiche, in linea con l’immaginario caro ai Nostri, ma questa volta l’impatto emotivo appare maggiormente affidato alla forza espressiva di ogni singola traccia, anziché a intrecci compositivi elaborati, come se il gruppo avesse voluto più che mai focalizzare l’attenzione sull’essenza dei brani.
La tracklist resta comunque ispirata e sufficientemente variegata, con sette episodi ben caratterizzati e che in vari casi restano impressi sin dal primo ascolto. Ad esempio, una “Blessing” risulta particolarmente armoniosa, quasi all’acqua di rose – o di fiori di loto, volendo restare più in tema con il tipico concept del progetto – mentre una “There Is More to Lose” si fa notare per il carattere più heavy, urgente e torbido, riportando a galla, almeno a tratti, la tensione oscura e il carattere più prettamente black metal che permeava la band agli inizi. L’album si muove così tra spazi dilatati, punte di estrema orecchiabilità e momenti più compatti, evocando una dinamica che, pur senza mai cercare il colpo di scena, mantiene viva l’attenzione.
Ormai presenza costante nei circuiti live europei, i Cult Of Fire non inseguono più il mistero e l’esoterismo come elementi di sorpresa. Se il loro impatto iniziale giocava anche sull’alone enigmatico, oggi la loro forza risiede nell’affidabilità del loro linguaggio musicale, che continua a tessere un equilibrio tra melodie estremamente ariose e suggestioni arcane, per una tracklist che scorre con naturalezza, senza forzature.
Come accennato, sul piano compositivo e su quello della produzione, risalta una scelta di maggiore sobrietà: se “Moksha/Nirvana” o il più datato “मृत्यु का तापसी अनुध्यान” brillavano per la stratificazione e la varietà timbrica in un contesto mediamente ancora piuttosto oscuro, qui il suono si fa più limpido e diretto, con le chitarre in primo piano a dettare il flusso narrativo. Non si perde sempre in profondità, ma il focus sembra comunque essere sulla tensione sottile piuttosto che sulla grandiosità degli arrangiamenti.
“The One, Who Is Made of Smoke” non cerca insomma di rivoluzionare la discografia dei Cult Of Fire, ma si inserisce con coerenza nel loro percorso, dimostrando che si può restare tutto sommato rilevanti anche concedendosi più apertamente alla melodia o comunque senza necessariamente stravolgere le proprie coordinate stilistiche e interpretative. Il risultato è un disco che, pur senza ambire a essere un punto di svolta, conferma la solidità della band ceca, offrendo un ascolto che avvolge e conquista con la sua misura. Un’opera che non grida per farsi notare, ma che si insinua lentamente, con la grazia di un rituale sussurrato nel buio.

TRACKLIST

  1. Loss
  2. Mourning
  3. Anger
  4. Dhoom
  5. Blessing
  6. Joy
  7. There Is More to Lose
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