CULT OF LUNA – A Dawn to Fear

Pubblicato il 17/09/2019 da
voto
8.0
  • Band: CULT OF LUNA
  • Durata: 01:19:08
  • Disponibile dal: 20/09/2019
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records
  • Distributore: Audioglobe

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Oltre vent’anni di carriera e – volendo contare “Mariner”, composto in collaborazione con Julie Christmas – otto LP. I Cult Of Luna sono ormai un’istituzione del panorama musicale svedese, un autentico orgoglio che, a dispetto di pause prolungate e di una proposta forse inizialmente un po’ troppo ‘avanti’ per le masse, è riuscito a imporsi in ogni dove, tanto da arrivare a riempire locali enormi e a siglare contratti con la Metal Blade Records, etichetta sinora mai interessata a simili sonorità. Del resto, se nel 2019 ha senso ascoltare ‘post’ metal, ha senso ascoltare prima di tutto i Cult Of Luna, al di là dei padri Neurosis. Sono coloro che, a livello personale ed emozionale, ne rispettano maggiormente la tradizione, dopo essere riusciti a suo tempo ad ampliarne i confini con trovate interessanti e intelligenti.
La carriera di Johannes Persson e compagni ha avuto (almeno) un paio di momenti di grande rilevanza, con l’exploit di “Somewhere Along The Highway”, una declinazione melodica di sludge e ‘post’ metal spesso intrisa di folk nordico, e soprattutto nel 2013, con quel “Vertikal” che diede loro il successo popolare e sintetizzò lo stile definitivo della band, oltre a fornire una straordinaria interpretazione musicale delle atmosfere del film-capolavoro di Fritz Lang, “Metropolis”. Non è dunque forse un caso che ripetuti ascolti di questo attesissimo “A Dawn to Fear” riportino alla mente proprio questi due album. Nella loro prima prova per Metal Blade, i Cult Of Luna sono infatti ancora più Cult Of Luna di ogni loro ipotetica tribute band. Negli otto episodi in scaletta, il 2006 e soprattutto il 2013 sembrano infatti esserci stati riconsegnati dal libro di storia. Si risente autentica quella malinconia e, a tratti, quelle arie post rock che resero celebre “Somewhere…”, mentre le strutture circolari, la profondità del suono e il frequente utilizzo in alcuni brani di synth e di stridii metallici riportano a “Vertikal”, seguitando ad esplorarne il mood autoritario con sprazzi di estrema classe. Questa volta slegati da esigenze di concept, si continua quindi su una strada tracciata da opere precedenti, ma lo si fa mantenendo il songwriting su livelli altamente incisivi e distintivi, con il chiaro intento di confezionare un disco espressivo e inappuntabile nel suo genere, che non sfigura a confronto con tale importante passato. Il sorprendente incedere galoppante di “The Silent Man” e l’incredibile maestosità di “Lights on the Hill” e “The Fall” mostrano subito un gruppo in stato di grazia, sicuro e ispiratissimo nel maneggiare una materia forgiata e resa propria negli anni con il fervore di una realtà agli esordi ma l’esperienza di un veterano. Anche per questo, “A Dawn to Fear” è un lavoro che riesce a crescere con gli ascolti, indubbio pregio per qualsiasi tipo di composizione musicale. Forse non accontenterà gli amanti della pura sperimentazione, ma la solida fanbase degli svedesi, quella sì.

TRACKLIST

  1. The Silent Man
  2. Lay Your Head to Rest
  3. A Dawn to Fear
  4. Nightwalkers
  5. Lights on the Hill
  6. We Feel the End
  7. Inland Rain
  8. The Fall
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