7.5
- Band: CULT OF LUNA
- Durata: 00:38:34
- Disponibile dal: 05/02/2021
- Etichetta:
- Red Creek
- Distributore: Audioglobe
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Artisti dai mille talenti e, all’occorrenza, anche compositori celeri, i Cult Of Luna danno alle stampe un nuovo lavoro a soltanto un anno e mezzo da “A Dawn to Fear”, inaugurando al contempo la loro personale etichetta discografica, la Red Creek. “The Raging River” – opera di quasi quaranta minuti di durata che che gli svedesi presentano come un EP, ma che per tanti altri gruppi potrebbe tranquillamente rappresentare un album – li conferma custodi dei canoni del cosiddetto post metal con una proposta che come sempre riesce a coniugare gli stilemi classici del genere con istanze più ardite e un’eleganza fuori dal comune. Non siamo certi a quanto risalga esattamente questo materiale, ma “The Raging River” si configura come un altro intrigante viaggio nel cuore del suono organico e dilatato della formazione di Umeå, la cui ascendenza malinconica è anche in questo caso la cifra più rilevante. Come già accaduto nell’ultimo album, la band non ritorna sugli ambienti lisergici e alle fredde suggestioni visionarie dell’ormai famosissimo “Vertikal”, prediligendo sonorità più calde e temprate, nelle quali risaltano le melodie delle chitarre e una sorta di quieta dimensione meditativa che va a sovrapporsi sull’abituale sezione ritmica di impronta sludge. “Three Bridges”, la traccia di apertura, presenta al meglio gli elementi cardine del lavoro, con un percorso che si dipana tra un attacco interlocutorio, momenti di sconforto e altri di caparbio rilancio, con puntuali pennellate di melodia a disegnare misteriose ed evocative brume per rendere la composizione subito ricordabile. Questa ed episodi affini come “What I Leave Behind”, “I Remember” e “Wave After Wave” dimostrano come i Cult Of Luna qui non siano interessati a una vera e propria evoluzione: semmai, il gruppo scandinavo passa al setaccio il suo ormai vastissimo repertorio, recuperando e miscelando formule risalenti a vari periodi della sua storia per dare vita a canzoni in grado di suonare familiari e avvincenti allo stesso tempo. Un discorso a parte va ovviamente fatto per “Inside of a Dream”, pezzo che vede alla voce il famoso Mark Lanegan: la sua presenza ha giustamente fatto un gran parlare, ma il brano, a conti fatti, non si dimostra molto di più di una quieta parentesi di tre minuti all’interno della tracklist. Con un impianto sonoro minimale e il proscenio interamente occupato dalla sinuosa voce del cantautore statunitense, “Inside of a Dream” ci presenta le indiscusse doti di interprete di Mark Lanegan, piuttosto che il frutto di una effettiva collaborazione fra due realtà dalla grande personalità. Nella discografia degli stessi Cult Of Luna vi è un esempio di lavoro di squadra ben più riuscito: parliamo di quel “Mariner” che ha visto gli svedesi ospitare Julie Christmas e fondere perfettamente la loro identità con quella della performer americana.
Detto ciò, “The Raging River” ci presenta comunque i Cult Of Luna senza trucchi né inganni, tra vorticose percussioni che stordiscono e la tenue malinconia che dilata il sentire emozionale fino all’incanto. Un’opera solida e ispirata, insolitamente compatta per gli standard della formazione e forte di ‘singoli’ che non sfigurerebbero affatto nella scaletta dei prossimi concerti (se mai si tornerà a potere suonare dal vivo). A oltre vent’anni dai propri esordi, questo gruppo continua insomma a risultare rilevante: in questo filone, al di là dei soliti Neurosis, pochissime altre realtà possono dire lo stesso.