8.5
- Band: CURRENTS
- Durata: 00:40:20
- Disponibile dal: 05/05/2023
- Etichetta:
- Sharp Tone Records
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Tema: come suonare metalcore moderno che sia fresco nel 2023. Svolgimento: “The Death We Seek” dei Currents. Non avranno la tecnica sovrumana dei Periphery, la versatilità estrema dei Loathe, la rotondità melodica degli Architects o l’epica da guerrieri della notte dei While She Sleeps, ma i cinque del Connecticut hanno un pizzico di ciascuno di questi elementi, cui aggiungono del loro andando a creare qualcosa che riesce a risultare originale pur senza inventare nulla o quasi.
Partiti in sordina con “The Place I Feel Safest”, esordio passato sotto traccia sei anni fa, i Nostri hanno affinato la proposta con il successivo “The Way It Ends” e sono ora pronti a conquistare le luci della ribalta con questo terzo lavoro, apice di maturità compositiva che ci auguriamo sia solo l’inizio di un lungo cammino.
Fin dalla doppietta iniziale, con la title-track e “Living In Tragedy”, ad accoglierci è un caleidoscopio di emozioni dissonanti tra chitarroni nu-djent e voci pulite memori dei migliori Bury Tomorrow – incredibile in questo senso l’evoluzione dietro al microfono di Brian Wille, che a differenza di molti altri colleghi gestisce praticamente da solo il comparto vocale, con l’aiuto del bassista Christian Pulgarin limitato alle secondi voci unclean; il tutto sorretto da punteggiature elettroniche a metà tra Jordan Fish (Bring Me The Horizon) e Sid Wilson (Slipknot), pur senza la presenza di un addetto ai synth.
Protagonista assoluta è tuttavia la melodia nel senso più sofferto ed emozionante del termine, come ben si evince nella malinconica “Remember Me” e nella conclusiva “Guide Us Home”, due canzoni che scuotono le corde dell’anima bombardando i padiglioni auricolari con lo stesso effetto sorpresa degli Into Eternity di vent’anni fa. Non è da meno anche la parte centrale della tracklist: “So Alone” è un pezzo di hardcore vellutato che passa con disinvoltura dalla furia degli Hatebreed alla morbidezza eterea dei Bad Omens, così come “Over And Over” e “Beyond This Road” flexano alla grande con un profluvio di breakdown, singalong e break atmosferici da Manuale Cencelli del metalcore; menzione finale per i riff arzigogolati di “Vengeance”, ulteriore dimostrazione di come la sei corde solista di Chris Wiseman, ben spalleggiato dal sodale Ryan Castaldi alla ritmica, si meriti il titolo di MVP insieme al già citato cantante.
Parlare di “The Death We Seek” come del nuovo “Sempiternal” sarebbe forse prematuro, ma per gli amanti del metalcore melodico l’unico consiglio valido è di liberare già un posto nel podio di fine anno, nonostante la vendemmia-core del 2023 si prospetti tra le migliori degli ultimi anni.