CURSE THE SON – Excruciation

Pubblicato il 07/06/2020 da
voto
7.0
  • Band: CURSE THE SON
  • Durata: 00:49:50
  • Disponibile dal: 12/06/2020
  • Etichetta:
  • Ripple Music

Spotify:

Apple Music:

Un filo conduttore unisce i nove brani di questo nuovo disco dei Curse The Son: una disperazione cupa e profonda che, seppur in forme diverse, permea ogni secondo della musica del trio. La band nasce nel Connecticut nel 2008, su iniziativa del cantante e chitarrista Ron Vanacore e, nonostante alcuni cambi di line up, incide un EP e tre full length, l’ultimo dei quali, “Isolator”, è del 2016 e pemette loro di avventurarsi un una serie di tour che ne accrescono la fama, soprattutto negli Stati Uniti. La scrittura dell’atteso nuovo disco, “Excruciation”, inizia nell’estate del 2018, ma l’uscita viene rimandata a causa di un brutto incidente motociclistico che ha coinvolto il bassista Brendan Keefe. La musica proposta è sempre un doom metal monolitico, che pesca a piene mani dalla tradizione, calcando l’accento sull’aspetto della pesantezza del suono e delle atmosfere. La voce di Vanacore è quanto di più ozziano si possa immaginare, ed accompagna riff che sono macigni, creando un senso di oppressione a tratti insostenibile. I numi tutelari Black Sabbath e Candlemass incombomo su tutti i pezzi, ma, rispetto ai loro dischi precedenti, c’è qualche momento di respiro in più: “Novembre” è una lunga semi-ballad che sfocia nel metal classico, in cui i ritmi rallentati contribuiscono ad aumentare il senso di claustrofobia; la titletrack “Excruciation” e “Black Box Warning” hanno un mood che si avvicina al blues (tinto di nero), ma, anche qui, più che ad una liberazione sembra di assistere ad un lamento straziante. Altrove (“Phoenix Risin'”) siamo dalle parti dello stoner, mentre quando i toni si fanno più plumbei si affaccia alla mente il tormento sludge dei Crowbar; ma sono tutte variazioni minime rispetto al tema portante. In generale, poi, l’ascolto è reso più difficoltoso dalla mancanza di melodie o ritornelli semplici, che possano eliminare un po’ di tensione.
In un momento storico in cui il doom tradizionale sembra essere tornato alla popolarità di un tempo, i Curse The Son hanno partorito un album probabilmente troppo indigesto per poter salire sul carrozzone di band come i Pallbearer; eppure, se si riesce ad uscire vivi da questo oscuro viaggio, l’esperienza può essere appagante.

TRACKLIST

  1. Suicide By Drummer
  2. Disaster In Denial
  3. Novembre
  4. Worry Garden
  5. Excruciation
  6. Infinite Regression
  7. Black Box Warning
  8. Devil Doctor Blues
  9. Phoenix Risin'
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.