7.5
- Band: CVLT OV THE SVN
- Durata: 00:40:59
- Disponibile dal: 07/05/2021
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Benvenuti, benvenuti, benvenuti! Benvenuti a un dark occult romantic party, del quale molti di voi non sentivano la mancanza; mentre altri sì, non ne vedevano l’ora. Il ritorno in auge del gothic rock, in forme più o meno esplicite, non è da tempo un trend segreto. Le sue derive smaccatamente pop, portate al massimo fulgore dal fenomeno Ghost, non sempre arrivano a chissà quali vette di popolarità, anche se avrebbero le qualità per ‘sfondare’. Tale sorte attanaglierà probabilmente anche questi nuovi Cvlt Ov The Svn, che almeno tra i metallari desiderosi (ogni tanto) di qualche melodia disimpegnata, potrebbero trovare il loro target di riferimento. Non abbiamo citato i Ghost solo per buttare lì un nome di richiamo, perché “We Are The Dragons”, nella facilità del suono, nell’ostentazione della vena pop, nel dichiararsi apertamente catchy e commerciale, strizza l’occhio visibilmente a Papa Emeritus e ai suoi misteriosi (fino a un certo punto) compari. Non sappiamo chi ci sia dietro questa nuova band, abbiamo il sospetto si tratti di musicisti scafati, di lungo corso, gente che sa toccare le corde giuste per intrappolare in una fitta tela di ragno le sue prede, in questo caso gli ascoltatori del loro disco di debutto.
La voce strascicata, le chitarre brillanti e leggere, i pattern incalzanti e vivaci della batteria sono coordinati per piacere all’istante, non richiedere alcuno sforzo di comprensione: chiedono solo di lasciarsi andare, ci viziano, come un dolciume dal gusto forte prodotto apposta per generare dipendenza. È una formula radiofonica, furba ma orchestrata con cura e senza difetti evidenti, quella offerta dai Cvlt Ov The Svn, più simili a un ensemble pop con le chitarre distorte, che non a un gruppo rock vero e proprio. E va bene così, perché se le mire artistiche non saranno chissà quanto sofisticate, il risultato finale è tutto da gustare, al ritmo di una frivolezza in salsa dark assai gradita. Non siamo al livello dei più curati, fantasiosi e brillanti Rope Sect, dai quali li dividono anche un approccio assai più leggero e meno decadente, ma “We Are The Dragon” ha tutto per piacere e diventare un piccolo ‘caso’. Ossessivi e ammaliatori, i Nostri puntano su refrain vischiosi e sfacciati nel richiamare un approccio ottantiano al dark-pop: la citazione ai Roxette che danno nelle note di presentazione, a ben vedere, non è peregrina.
Da una prospettiva squisitamente personale, il meglio arriva quando i Cvlt Ov The Svn si sdilinquiscono in un romanticismo cuoricinoso e dannato, figlio illegittimo dei Tiamat più leggeri (quelli di “Judas Christ” e “Prey”). La patina beatamente sdolcinata di canzoni come “Don’t Be Tender Love Me Cruel” e “Dancing With The Devil” non sarebbe dispiaciuta all’Edlund di qualche anno fa, il guitarwork – in una forma semplificata ed edulcorata – pare arrivare dai lievi intristimenti che gli album poc’anzi citati elargivano in abbondanza. Musica da canticchiare e ballare nelle discoteche dark quando riapriranno, quasi stupefatti di lasciarsi andare a tanta svenevolezza. Eppur funziona! Buoni anche gli arrangiamenti di sintetizzatori, pure quelli orientati a un pop d’altri tempi, ora riesumati nel vincente synth-revival underground. Ci arrendiamo disarmati al tiro irresistibile della semplicissima, ritmata e sculettante “Twilight”, o alle tastiere retrò di “The Murderer”, la scatenata “Whore Of Babylon”, perché per una volta ci togliamo di dosso cipiglio severo e poco ci frega di quanta ricercatezza ci sia dietro quello che stiamo sentendo. È solo il momento di farsi contagiare e inneggiare anche noi al Culto del Sole. Consigliato per una botta di evasione come si deve.