5.5
- Band: CYBER CROSS
- Durata: 00:45:05
- Disponibile dal: //2010
- Etichetta:
- Crash & Burn
- Distributore: Masterpiece
Dopo un paio d’anni dall’uscita del debut “Ira” e dopo essersi accasati presso la Crash&Burn records, ecco tornare i Cyber Cross di Nick Savio con un nuovo lavoro di metal moderno. La definizione della musica della band è volutamente generica, in quanto all’interno del nuovo “Mega Trip” i nostri inserisco variabili sonore delle tipologie più svariate, ma sempre facenti capo a quella corrente musicale che, partita anni orsono dai Prong, si è evoluta e ramificata toccando territori industriali, sintetici, gotici, groove e anche nu metal. La produzione dell’album è davvero ottima, dato che i suoni escono nitidamente dalle casse, facendo arrivare intatto il wall of sound generato dai ragazzi. Questo suono spettacolare riesce perfino a mitigare la delusione che si prova all’ascolto delle dieci tracce che compongono il full length. Il songwriting è scolastico e derivativo e alterna momenti più pesanti ed estremi, come i richiami agli ultimi In Flames insiti nella title track, ad altri maggiormente affini all’hard rock malato ed industriale (“Black Dynamite” ad esempio), fino ad arrivare a melodie melliflue vicine al gothic dark presenti sul finale dell’album. Proprio le melodie avrebbero potuto essere l’arma in più nelle mani dei Cyber Cross, ed invece la loro prevedibilità e un utilizzo fin troppo marcato ce le rendono ben presto piuttosto indigeste. La performance dei singoli è comunque convincente, il problema di “Mega Trip” sta nella scrittura dei brani, non nella loro esecuzione. A testimonianza di ciò possiamo definire la prestazione del singer Alex Bevivino addirittura ottima, sui livelli di cantanti da anni ai vertici delle scene internazionali. Lo stesso Savio, da sempre alle prese con sonorità più classiche, si trova comunque bene a gestire riff più compressi ed articolati, mentre la sezione ritmica è decisamente coesa e riesce a dettare molto bene le coordinate del sound. Un vero peccato quindi che artisti tanto validi non siano riusciti a trovare il bandolo della matassa: se la loro personalità in fase di scrittura dovesse crescere anche di poco, ci troveremo davanti ad un gruppo già maturo per dire la propria sulla scena internazionale.