7.5
- Band: CYDONIA
- Durata: 00:42:21
- Disponibile dal: 10/04/2003
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Chi avrebbe mai detto due anni fa, a seguito del non proprio convincente debut album, che i Cydonia sarebbero stati capaci di tanto? Il ricordo dello scialbo power metal proposto dalla band guidata da Dan Keying ha posto non pochi pregiudizi al momento in cui chi scrive si è appropinquato all’ascolto del nuovo “The Dark Flower”, ma sono bastate le primissime note dell’opener “Midnight Man” a spazzare via anche il dubbio più insignificante: i nuovi Cydonia sono tosti, il loro sound si è pesantemente indurito ed al posto del velocissimo metal di matrice power oggi troviamo brani più cadenzati, violenti, grintosi e dal sound molto vicino a produzioni tipicamente thrash Bay Area (chitarre in primis). Ma non basta, perché la musica firmata Cydonia è oggi farcita di parti elettroniche e sintetizzatori figli della più recente filosofia metal, in più l’ugola del già citato Keying non si limita come in passato a strillare e sparare acuti da “castrato”, mostrando invece una versatilità ed una dinamicità inaspettata, ma altrettanto efficace nell’interpretazione dei brani. State però tranquilli, la componente melodica non ha assolutamente abbandonato i nostri prodi musicisti: se brani come “One Last Crime” o “Invisible” contengono strofe tremendamente thrashy, in ambito di refrain le influenze melodic-power riescono a sfogarsi senza freno alcuno. Da segnalare inoltre una riuscita cover di “Voices” , brano originariamente firmato Russ Ballard, qui reinterpretato in chiave Cydonia e stravolto per calzare all’interno del disco, e “Master Shadow” (stupefacente il cantato al limite del crossover!). Bravi i nuovi arrivati, Pete Daniels alle chitarre e Stefan Ray autore di un ottimo lavoro dietro le pelli. L’ingresso in line-up di questi talentuosi ragazzi è un vero toccasana per la band, finalmente in grado di scrollarsi di dosso il “peso” di Matt Stancioiu e Olaf Thorsen, e di conseguenza l’alone Labyrinth. Complimenti vivissimi, i Cydonia sono l’esempio vivente di come, lavorando duramente, si possano superare le incertezze degli esordi dettate magari dall’inesperienza; l’evoluzione della loro musica li ha portati ad essere difficilmente classificabili in un singolo genere, e riuscire del resto ad unirne tanti così efficacemente in un solo album non è cosa da poco. La bandiera tricolore sventola sempre più alta… merito anche dei Cydonia!