6.0
- Band: CYHRA
- Durata: 00:40:30
- Disponibile dal: 18/08/2023
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Sono passati ormai tredici anni da quando Jesper Stromblad è uscito dagli In Flames: un lasso temporale in cui molte cose sono cambiate. Se la premiata coppia Friden & Gelotte ha continuato a portare avanti il percorso evolutivo del gruppo – trovando un buon equilibrio negli ultimi due lavori, oltre ad una line-up dal vivo forse finalmente all’altezza di quella storica – il percorso del chitarrista fondatore degli In Flames è stato molto più accidentato, con il debutto dei The Halo Effect premiato più dal pubblico che dalla critica (potenza dell’effetto nostalgia?) ed un ruolo apparentemente sempre più defilato nei Cyhra, per quanto la bio sostenga il contrario.
Nonostante l’ingresso in formazione di Marcus Sunesson, terzo chitarrista con trascorsi tra The Crown ed Engel, il supergruppo svedese – in cui, lo ricordiamo, militano anche l’ex-Amaranthe Jake E, il chitarrista Euge Valovirta e il batterista dei Kamelot, Alex Landenburg – sembra prendere sempre più le distanze dal cosiddetto Gothenburg sound, al punto che per trovare un brano con ritmiche un po’ più sostenute dobbiamo aspettare l’ottava traccia (“If I”). Di contro, il principale termine di paragone di “The Vertigo Trigger” è il pop-metal da Eurovision degli Amaranthe filtrato però con l’eleganza raffinata degli ultimi Kamelot e un’atmosfera generale da musical di Broadway.
Nulla da dire sulla performance interpretativa di Jake E, capace di toccare vette notevoli ad esempio in “Ashlight”, ma brani come “Live A Little”, “1.000.000 Fahrenheit” o “Life Is A Hurricane” suonano come la birra analcolica o la pasta per celiaci, ovvero dei succedanei sotto forma di pop sinfonico con qualche riff qua e là per giustificare l’etichetta ‘metal’.
Lungi da noi volerci addentrare in discorsi su cosa sia più o meno ‘true’, ma preferiamo a questo punto quando i Nostri giocano a carte scoperte con brani perfetti per far partire il coro (“Buried Alive”) o una òla di torce digitali (“The Voice You Need To Hear”), mentre il mix da Festivalbar coi chitarroni funziona meglio nell’opener “Ready To Rumble” e nella conclusiva “Too Old For Fairy Tale”, due brani perfetti per far scapocciare le folle più imberbi (soprattutto in Giappone, dove sembrano riscuotere grande successo).
Come già il precedente “No Halos In Hell” – il cui tiepido entusiasmo iniziale da parte di chi scrive è scemato invero nel giro di poche settimane – anche questo “The Vertigo Frigger” appare destinato a lasciarsi dimenticare in fretta: non un grosso problema ai tempi dell’ascolto liquido, ma, senza scomodare gli In Flames, al terzo album gli Amaranthe e finanche gli Engel avevano un’identità ben più definita dei Cyhra.