8.0
- Band: D.A.D.
- Durata: 00:44:28
- Disponibile dal: 31/05/2019
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Nella musica, guardare indietro e ritenere che i vecchi leoni abbiano sparato le cartucce migliori negli anni giovanili, è un vizio conclamato. Non privo di un certo fondamento, sia chiaro, eppure ciò va sovente a inficiare il giudizio sulle nuove pubblicazioni di chi ha carriere ventennali, se non trentennali ed oltre.. Nel caso dei D-A-D, ecco che non serve proprio aggrapparsi al ricordo dei tempi andati o filtrare il nuovo album con gli occhi del fan indiavolato, per assaporarne le qualità e riprendere a scatenarsi, beati e sorridenti, al ritmo incantato dei gigioni danesi. Regolarissimi e infaticabili nell’attività live, i quattro di Copenaghen mancavano all’appuntamento col full-length dall’ottimo “DIC.NII.LAN.DAFT.ERD.ARK” del 2011; si ripresentano in grande spolvero, con una prova abbastanza in linea nel sound con le ultime prove in studio (da “Scare Yourself” in avanti), che miscela argutamente carica adrenalinica, cazzeggio d’autore, soffi di malinconia e un occhio di riguardo alle radici blues-rock’n’roll. Ed è qua che secondo noi, nel richiamo e rimescolamento di suoni datati e immortali, abbiamo addirittura uno slancio, un rush imprevisto verso vette qualitative persino superiori alla media della discografia dei Nostri.
Posto che l’alchimia dei capolavori “No Fuel Left For The Pilgrims”-“Riskin’ It All” rappresenta uno di quei momenti che passano, si godono e vanno, consapevoli che non torneranno indietro, “A Prayer For The Loud” può rivaleggiare tranquillamente con qualsiasi altra pubblicazione firmata dai fratelli Binzer, Stig Pedersen e Laust Sonne.
Sono davvero tanti i brani fatti apposta per scatenarsi, buttare all’aria l’oppressione sottile e sordida di un’abitudinaria giornata, fatta di routine insulse e solo in parte necessarie, smettere bisunte e insopportabili formalità e darsi al sano, intrepido, pazzerello divertimento da parco giochi. Se uno ascoltasse, magari pure distrattamente, i primi dieci secondi di “Nothing Ever Changes”, si accorgerebbe facilmente dello stato di invidiabile ispirazione che attraversava il quartetto durante la composizione: una melodia inconfondibile scuote le membra, trattenersi è inutile oltre che dannoso, il due corde di Pedersen è l’amico che ti dice ‘dai, basta preoccuparti e farti menate, adesso pensiamo a divertirci’, e non lo afferma tanto per buttare lì una frase di circostanza, perché l’attimo dopo sei dentro il ritmo del pezzo e non te ne puoi staccare. Ci sono poi le pause, le attese, il flettersi lento e sornione del blues, che dà quel tocco di nobile tristezza da uomini vissuti a “The Sky Is Made Of Blues”, uno dei capisaldi del disco. C’è la toccante ballata acustica, la ben riuscita “A Drug For The Heart”, svelatrice dell’animo in fondo romanticone dei rocker scandinavi, ma il cuore dell’album sta altrove. In un fioccare di riff sporchi e scalpitanti, inni rock rombanti e sbarazzini, quelli che vedono eccellere la ritmica di Jesper in ruvidezza e la solista di Jacob in carezze prolungate, oppure in stilettate brevi e pungenti. Mentre la batteria scandisce colpi variegati e l’eterno seduttore Pedersen se ne inventa un’altra delle sue con i suoi bassi squinternati.
Ci facciamo disintossicare la mente e il fisico da una pioggia di ritmi veloci e melodie contagiose in “A Prayer For The Loud”, che assecondano la vena irriverente per cui il gruppo è noto, dando fiato alla loro concezione fumettara dell’hard rock. Qualcosa che sarebbe sbagliato considerare ‘semplice’ rock’n’roll, perché una a caso fra “Burning Star”, “The Real Me”, “Musical Chairs” (clamorosamente vicina al cowpunk degli esordi) e “Time Is A Train”, snocciolando riff brucianti e grattati, vocalizzi stralunati e andamenti giocosi, svelano una genialità nel divertirsi e divertire tutt’oggi ineguagliata. Svitati, ironici e dirompenti come sempre, i D-A-D hanno fatto totalmente centro con “A Prayer For The Loud” e ora non possiamo che aspettarli comodamente nel loro habitat naturale, quello live, per vivere altre serate indimenticabili assieme a una delle migliori compagnie di intrattenimento in circolazione.