7.5
- Band: DAEMONIAC
- Durata: 00:40:02
- Disponibile dal: 19/12/2019
- Etichetta:
- Xtreem Music
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Siete alla ricerca di una mortifera colonna sonora per la fine dei vostri inutili giorni? I Daemoniac hanno tutto ciò che vi serve. Giunta alla seconda fatica sulla lunga distanza, la pestilenziale macchina death metal creata ad hoc dal mastermind Max (ex membro e fondatore degli storici Horrid) ha depositato l’ennesimo putrido tassello trasudante old school; dal primo all’ultimo minuto. Inutile farsi tante domande: la base su cui si muove il qui presente “Dwellers Of Apocalypse” segue la linea del precedente “Spawn Of The Fallen” e, un definitiva, quella che lo stesso Max intraprese esattamente trent’anni fa, quando in terra svedese, tali Nihilist, Grave e Carnage sguinzagliavano a dismisura le proprie asce a sei corde grazie alla corroborante potenza sonora del mitico pedale Boss HM2. Un simbolo assoluto di quel particolare sound che andò a caratterizzare l’evoluzione di uno dei generi più estremi dell’heavy metal. Ad accompagnare Max lungo le lugubri nove tracce ritorna il compagno Matt, già drummer nel primo EP “Lord Of Immolation” e anch’egli ex militante negli stessi Horrid, a conferma di come quell’attitudine death metal i Daemoniac ce l’abbiano tatuata in ogni singola parte del corpo, sin dalle origini.
E la dimostrazione di quanto appena scritto arriva diretta, tra capo e collo, sul finire dell’intro sulfureo di “The March Of Apocalypse”. La tempesta scaricata da “Rebellion” è costante, terribilmente old style ma dannatamente incisiva. Non si tratta tanto di riportare in auge la vecchia scuola svedese, piuttosto di testimoniare una passione mai sopita attraverso una granitica lezione da chi quel periodo l’ha vissuto sulla propria pelle. Il growl tombinale di Max si incunea perfettamente tra il perpetuo susseguirsi di riff tanto maligni quanto efficaci, mentre la sezione ritmica stabilisce a menadito l’impetuoso turbinio martellante. Una resa sonora che non ha bisogno di presentazioni: vi basti sapere che le registrazioni sono avvenute presso i seminali Sunlight Studio di Stoccolma. Il resto è storia. “Dwellers Of Apocalypse” non lascia spazi a ripensamenti di sorta e “Council Of Evil” esaspera ulteriormente i toni elargiti dal precedente brano. Pestare sì, ma con sapienza: ne abbiamo conferma nella titletrack, dove, a fronte del monolitico incedere scatenato dall’accoppiata drum-bass, si cela pure uno sprofondamento ritmico che sa da una parte abbassa la frenesia generale dall’altra ne aumenta sicuramente lo spessore dilaniante dell’intero songwriting. Il sapore degli Anni ’90 risuona sovrano in “Human Relic”, gentile omaggio ai Gorement, altra band simbolo di quel determinato periodo metallico, prima che un pianto bambinesco ‘addolcisca’ le urla di una donna, aprendo così le porte a “The Beginning Of Chaos”, il pezzo migliore e completo dell’intero full-length. L’inizio incalzante attende, dopo poco più di un minuto, l’inevitabile sfuriata guerriera, dando così vita all’esercito infernale riportato sulla copertina dell’album realizzata dalla mefistofeliche mani di Chris Moyen. A proposito di arte: “Disciples Of The Black Arts” ripropone il martellìo dei primi pezzi, avvalorando inoltre la scelta dei Daemoniac di proporre terribili fucilate ma dal minutaggio considerevole. E sono proprio i sei minuti, con tanto di ululato iniziale, di “The Last Call” a dare una nuova spallata death, confermando l’assoluta garanzia d’impatto qualitativo e quantitativo del gruppo lombardo. Coerenza inossidabile che si palesa con la conclusiva “Legion Of Death”, quasi a voler sottoscrivere, in una sorta di autocelebrazione, l’appartenenza a questa legione underground della morte più cruenta e ferale.
Inutile dire a chi è rivolto questo album: sicuramente a chi trent’anni fa gettò il proprio cuore in terra scandinava ma non solo. Ma se volete una sincera e dottrinale dose di puro death metal, “Dwellers Of Apocalypse” merita più di un ascolto. Preparate le orecchie!