6.5
- Band: DAEMONIAC
- Durata: 00:26:19
- Disponibile dal: 10/07/2015
- Etichetta:
- Xtreem Music
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Sembra proprio che il meglio delle ultime uscite targate Xtreem Music provenga dall’Italia. Pochi giorni fa vi abbiamo parlato dell’avvincente esordio dei Gravesite, mentre oggi è il turno dei milanesi Daemoniac, che con questo EP di sei brani dal titolo “Lord Of Immolation” danno prova come i loro rampanti colleghi di non essere il primo gruppo appassionato di old school death metal in circolazione o di essere saliti a bordo del carrozzone revival per puro spirito imitativo. D’altronde, la mente principale dietro al progetto è quella di Max, ex-cantante e chitarrista dei veterani Horrid, e questo fattore dovrebbe già dare un’idea del suo livello di spontaneità: non parliamo di gente venuta a conoscenza della scena swedish death metal l’altro ieri grazie all’omonimo libro di Daniel Ekeroth, ma di musicisti che in un modo o nell’altro hanno sempre bazzicato certi ambienti e che puntualmente vedono nel suddetto filone la base perfetta per le loro visioni orrorifiche e macabre, ritrovandosi quindi ad omaggiare i propri idoli di gioventù senza troppi calcoli o discorsi riguardanti le mode del momento. Nello specifico, ci troviamo di fronte ad un sound che deve moltissimo ai Grave dei primi dischi, con episodi dalla durata sostenuta (la titletrack arriva a superare i sei minuti), guitar-work massacrante e growling infernale a tenere legato il tutto assieme ai colpi implacabili della sezione ritmica, per un risultato complessivo forse non imperdibile ma curato e avvincente in molti suoi aspetti. La differenza, volendo paragonare la proposta dei Nostri a quella di altri epigoni più o meno noti, sta fondamentalmente nei dettagli, dalla produzione – tenutasi nientemeno che ai Sunlight Studio di Stoccolma – a quel pizzico di brio infuso nel songwriting e tradotto in una serie di cambi di tempo azzeccati, in un uso parsimonioso ma intelligente della melodia e in un catalogo di riff dai tratti realmente spaventosi. Persino l’artwork a cura di Chris Moyen dimostra di avere il suo perchè in un contesto tanto retrò, quindi, se ciò che cercate è un concentrato di sonorità invernali e ruvidissime, fatevi pure avanti e preparatevi ad essere spazzati via da mazzate del calibro di “Away From Christ” e “Demonic Possession”. In attesa del primo full-length, ovviamente.