6.5
- Band: DAMNED NATION
- Durata: 00:43:54
- Disponibile dal: 15/11/2004
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Quarto album per la band svedese, che dopo quasi un lustro di assenza e il cambio di label (dalla Z Records alla nostrana Scarlet) ritorna in pista con questo “Sign Of Madness”. Inoltre, il singer Thomas Thorsén viene rimpiazzato dal talentuoso Matti Alfonzetti, vocalist dotato di una potente ugola, comunque capace di iniettare la giusta dose di melodia e versatilità in tutte le canzoni presenti, virtù fondamentali per mantenere alta la godibilità del prodotto. Il quartetto nordeuropeo compie un autentico “back to the roots” (virus che ha colto recentemente nel bene e nel male i connazionali Europe) sfornando un disco monolitico e aggressivo, imperniato su riff pesanti come macigni e violenti guitar solo. Infatti, “Il segno della pazzia” viene ben rappresentato visivamente dall’oscura cover, basata su tonalità cromatiche tetre ma affascinanti, lasciando chiaramente intuire che nel platter avremo a che fare con un sound oscuro e pesante. Il chitarrismo del membro fondatore Robert Warnqvist richiama spesso e volentieri quello dell’ultimo John Norum e di Zakk Wylde, e ciò non vuol dire che sia per forza un fattore negativo, tutt’altro. Sostanzialmente, le composizioni sono tutte godibili e tra le migliori citiamo “Stranded”, song giocata sulla debordante avanzata della sezione ritmica, e dai digrignanti guitar riff “low tuned”, addolcita da un pizzico di melodia regalataci da Alfonzetti nel refrain. “Consequences” è puro hard rock classico, irrobustito da lievi pennellate di hammond, mentre il punto di forza della title track si trova nel vincente refrain. Un lavoro oltremodo soddisfacente che non lascerà certamente a bocca asciutta chi ama l’hard rock nella sua forma più genuina e violenta, mentre chi è amante delle melodie ariose e dei sofisticati intrecci chitarristici ne stia alla larga.