7.0
- Band: DANTE
- Durata: 01:01:11
- Disponibile dal: 25/01/2013
- Etichetta:
- Massacre Records
- Distributore: Audioglobe
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Terzo album per i Dante teutonici, formazione progressive in realtà abbastanza canonica (nei limiti del genere) in grado però di mantenere almeno sinora standard qualitativi sempre abbastanza alti. Influenzati più dalle atmosfere dei Dream Theater più cupi che dal progressive tecnico e nervoso dei Symphony X, il quartetto di Monaco cerca di colpire più per la qualità dell’arrangiamento, la cura nel particolare e la rarefazione delle atmosfere piuttosto che per la complessità del fraseggio o la tecnicità del suono. I colpi vibrati dai Dante in queste sette, lunghe, canzoni sono più piccoli colpi di pennello e ombreggiature fatte con le dita piuttosto che le vivide e marcate tracce di colore del progressive di marca più aggressiva, e questo favorisce ovviamente un approccio più notturno ed introspettivo alla musica proposta. Non è quindi l’impatto, quello che troviamo in questo “November Red”, quanto una serie di atmosfere abbastanza liquide e meditative, ma sempre pienamente definibili come metal, che si accompagnano ad un ascolto forse più disimpegnato rispetto alle band già citate. Quanto detto sembrerebbe quasi a prima vista contrastare con il minutaggio che il nostro lettore musicale ci mostra per le varie canzoni: la presenza di un solo pezzo sotto i sette minuti e di ben tre suite sopra i dieci sembrerebbero parlarci di un disco ermetico e impegnativo, ma la realtà non è così. L’opener “Birds Of Passage” ci dà infatti piena dimostrazione di questa tesi, con dieci minuti di canzone sicuramente metal, sicuramente prog, ma anche dotata di un filo melodico ricorrente che permette di tessere le varie parti dell’ordito musicale del brano, favorendone la memorizzazione. Più metal, più semplice ma anche meno interessante è la successiva “The Lone And Level Sand”, pesante e un po’ dispersivo brano che precede invece uno dei brani più suggestivi, “Beautifully Broken”, pezzo acustico per solo piano e voce, nel quale godiamo appieno delle già citate atmosfere notturne tanto care alla band. “The Day That Bled” abbraccia un lato del progressive più influenzato dal prog rock che dal metal alla Dream Theater, ma sono ancora i cinque di Boston a ‘firmare’ virtualmente il complesso cammino ritmico della successiva “Shores Of Time”. Il finale d’album è quello che ci ha coinvolto di più: “Allan” non molla la presa sul progressive di classe, ma reintroduce nuovamente le leggere ombreggiature di un approccio più malinconico. La title-track, posta in chiusura, si rivela di fatto il momento migliore, mischiando in dodici minuti tutto quanto detto nelle righe precedenti, risultando il pezzo più maturo dell’album. Piacevole più che emozionante, suggestivo più che coinvolgente, “November Red” è un disco che fa di sentimenti sfumati ed eleganti la propria bandiera, e che si rivela già da pochi ascolti come un bel prodotto, davvero ben fatto sotto tutti gli aspetti.