7.0
- Band: DANTE'S THEORY
- Durata: 00:13:17
- Disponibile dal: 15/04/2017
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Arrivano da Lion City, dalla lontana Singapore, con un carico di death metal davvero interessante e coinvolgente. Loro si chiamano Dante’s Theory e, seppur attivi dal 1995, hanno atteso ben tredici anni prima di lanciare in orbita l’EP “Rise From The Ashes”, seguito dal qui presente “Amut”: cinque brani per un totale di poco più di tredici minuti in cui la tecnica ed il groove si mischiano perfettamente alla base death che permea lungo l’intero EP. Il tutto condito da una certa ‘melodia’ strutturale che porta i cinque episodi, pur senza grossi scossoni di novità, ad essere comunque ben distinti l’un l’altro. Sorretti da una produzione più che buona, Remy (leader e vocalist della band) e compagni, iniziano il loro personalissimo viaggio infernale con una breve scarica alla Cannibal Corpse (Qiamat Hermetics) interrotta quasi subito da un sound più tecnico e ritmato, riportando le sonorità ad un death di matrice maggiormente europea, simil-Decapitated e Meshuggah. Ulteriore punto d’interesse è proprio il cantato di Remy: il ‘classico’ inglese si mescola alla perfezione al malese d’origine, creando così un ritmo davvero incalzante e meno ripetitivo. “Iron Coffin” inserisce anche spunti thrash non abbandonando comunque un tasso tecnico che testimonia come i Dante’s Theory, pur avendo all’attivo solo due EP, non siano i ‘primi arrivati’. E un’ulteriore dimostrazione, subito dopo la sinistra, nonché e ‘strumentale’ “Insanity Of The Saints”, arriva da “Dethroned The Purist” e sopratutto dalla titletrack “Amut” in cui gli elementi citati nelle righe sopra si fondono in maniera definitiva. Il tutto, nell’attesa, e glielo auguriamo, del primo full-length, previsto per la fine dell’anno in corso. Nel frattempo gustiamoci questo assaggio infernale in arrivo dall’Oriente.