DANZIG – Circle Of Snakes

Pubblicato il 28/09/2004 da
voto
6.5
  • Band: DANZIG
  • Durata: 00:42:21
  • Disponibile dal: 30/08/2004
  • Etichetta:
  • Regain Records
  • Distributore: Self

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L’impressione purtroppo non era sbagliata, né dettata dalle circostanze: la recentissima apparizione di Danzig al Metalcamp in Slovenia come headliner della prima serata aveva lasciato tra i presenti qualche preoccupazione. Danzig è un grande personaggio della scena metal e non solo, ma gli anni passano per tutti, anche per il singer dei mitici Misfits, dei Samhain ed infine dei Danzig, gruppo che ormai è in giro dal 1987! La voce non è più quella di una volta, e neanche le canzoni lo sono. Il concerto era riuscito a metà grazie all’inserimento nella scaletta dei vecchi successi, mentre i nuovi brani non colpivano. L’impressione era giusta. Il nuovo “Circle Of Snakes” è un lavoro riuscito solo a metà: i brani davvero validi rappresentano non più del 50% dell’intera release, ma soltanto un paio riescono a reggere il confronto con i capolavori scritti dai Danzig nel loro primo periodo di carriera. A questo album stilisticamente riuscito a metà si aggiunge l’aggravante della voce purtroppo ormai arida del grande Glenn Danzig, lacuna che il pur bravo Glenn non è stato in grado di mascherare nemmeno con l’ausilio ed i trucchi di uno studio di registrazione. Dopo un’intro che non dice nulla, si parte subito con il freno tirato dell’insipida “Skincarver”, pallido riflesso compositivo delle tenebre scintillanti dei primi due album della band. L’abisso però lo si tocca inaspettatamente proprio con la titletrack dove Danzig si clona e dà vita, in pratica, ad un remake della famosissima “Mother”, rubandole il riff protante per inserirlo vergognosamente in questa traccia. Riciclarsi così siginifica toccare davvero il fondo. Dopo l’auto-plagio, all’improvviso il cd ha un momento di picco con la bella e misterica “1000 Devils Reign”, un titolo scelto non a caso. Si tratta di un picco isolato, però, perché gli alti e bassi continuano con due capitoli abbastanza desolanti: “Skull Forrest”, dove Danzig mostra di non farcela più a cantare su tonalità troppo alte, e “Hell Mask”, forse il brano più brutto e scontato del cd. Vien voglia di cestinare il lavoro e dire amaramente addio ad un grande? Sì, però sarebbe un errore farlo perché, come per incanto, la seconda metà del cd ripaga gli sforzi dell’ascoltatore fatti nella prima deludente parte e si ricomincia subito con la bella e pesante “When We Were Dead”, che curiosamente presenta degli stacchi, ripetuti più volte all’interno del brano stesso, fatti allo stesso identico modo molti anni addietro dai Tiamat nell’album “Clouds”, e più specificamente durante la song “The Sleeping Beauty” (ma stavolta è giusto pensare ad una mera coincidenza). Le due successive canzoni ci mostrano ancora un Danzig in difficoltà con la sua voce ormai senza grinta, ma sono le due song conclusive a salvare questo album da un disastro. Sia nella bella e sofferta “Netherbound”, forse il miglior capitolo del cd e sia nella finale “Black Angel White Angel”, il nostro Danzig tira fuori l’ultimo grido e l’ultimo fiato rimasto per congedarsi almeno nel migliore dei modi. Lo stile del cd? In perfetto stile Danzig, ovviamente! Si ha l’impressione di assistere ad un lento (iniziato già anni fa) ed inesorabile declino per Mr. Danzig e per la sua formazione, indebolitasi anch’essa sempre più nel corso degli anni. Forse questo è l’ultimo grido con una certa forza che sentiremo da questo personaggio storico della scena. Comunque, per quello che ha fatto dai Misfits fino all’attuale band, va detta un’ultima cosa: grazie Glenn!

TRACKLIST

  1. Intro ( Wotans Procession )
  2. Skin Carver
  3. Circle Of Snakes
  4. 1000 Devils Reign
  5. Skull Forrest
  6. Hell Mask
  7. When We Were Dead
  8. Night Besodom
  9. My Darkness
  10. Netherbound
  11. Black Angel White Angel
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