7.0
- Band: DARIAN AND FRIENDS
- Durata: 00:49:03
- Disponibile dal: 10/06/2022
- Etichetta:
- Cruz Del Sur Music
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Quando si dice che un metallaro ha in realtà un cuore d’oro lo si fa solo per difendere la categoria o anche perché è un po’ vero? Iniziative come quella di Darian (al secolo Dario Beretta), già militante nei Drakkar e nei Crimson Dawn, fanno pensare che la seconda risposta prevalga.
Il disco di cui andiamo a parlare, infatti, è un progetto di beneficienza i cui proventi verranno donati all’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma Onlus). Il motivo è abbastanza personale: alle scuole superiori uno stretto amico di Dario perse la vita a soli diciannove anni lottando contro la malattia. Da allora il chitarrista ha sempre voluto scrivere un disco come quello di cui andiamo a parlarvi, ed è così che con una grande squadra di nomi del power, dell’heavy e dell’hard rock italiano è nato “Lost Horizon”. Passiamo quindi dal rock scanzonato di “On The Run”, che vede alla voce Michael Stavrakakis dei Doomocracy, Simone Mularoni dei DGM alla chitarra solista e Edo Sala dei Bardomagno alle pelli, alla solennità power metal della title-track con Ty Christian dei Lords Of The Trident dietro al microfono e Kristian Niemann dei Sorcerer alla chitarra. Si sente che tutti i pezzi sono stati scritti e interpretati con passione – nonostante questo sia un progetto abbastanza estemporaneo – anche in brani più tranquilli come “The Things I Want To Be” o nell’aggressiva “Eyes Of An Angel”, quest’ultima con la voce graffiante di Giorgia Colleluori dei Sinner. Come avrete capito potremmo passare questa recensione a elencare l’impressionante squadra che Darian ha messo insieme per suonare il disco: vi basti sapere che troverete musicisti provenienti, oltre che dai gruppi dove il chitarrista milita o a quelli citati poc’anzi, anche dai Fleshgod Apocalypse (Francesco Ferrini che suona le tastiere su “Do You Remember?”), dai Crown of Autumn (Mattia Stancioiu, che suona la batteria su “Waiting For Godot” e su “To Horizon’s End”), ma anche dai Secret Sphere, Eldritch o Hell In The Club. Concentriamoci allora sulla musica: semplicemente in questo lavoro fila liscio come l’olio, forse grazie proprio al suo essere basato su un gruppo di amici che si trovano a suonare per una buona causa. Dall’hard rock di “Waiting For Godot” andiamo al puro power metal con doppia cassa di “The End Of The Human Race”, che – vale la pena di sottolinearlo – funziona benissimo grazie alla bella voce di Nina Osegueda (A Sound of Thunder), ma sono numerosi i punti di alto livello, tra cui il ritornello di “Reborn Through The Fire” o l’enfasi battagliera di “Stand Or Fall”, condotta magistralmente da Stefan Berglund dei Memory Garden insieme a Francesco Marras, attuale chitarrista dei Tygers Of Pan Tang. L’album si chiude con il classico pezzo ‘da accendini’: “To Horizon’s End” vede sostanzialmente impegnati la quasi totalità dei musicisti presenti fra Crimson Dawn e Drakkar, eccezion fatta per il già precedentemente citato Mattia Stancioiu. Perché, quindi, portarsi a casa “Lost Horizons”? Se siete appassionati della scena italiana per quanto riguarda heavy o power metal e hard rock non possiamo che consigliarvelo, anche per fare una buona azione e sostenere l’AIL: un piccolo segnale a dimostrazione che c’è un cuore d’oro sotto alla scorza fatta di toppe dei nostri battle jacket.