7.0
- Band: DARK AGE
- Durata: 00:44:03
- Disponibile dal: 13/11/2009
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Poco conosciuti fuori dai confini nazionali, i tedeschi Dark Age arrivano all’importante traguardo del sesto album in carriera. Dal 1994, anno di formazione della band, il death del combo senza aver subito grossi stravolgimenti ha incorporato elementi melodici e ritornelli catchy che hanno contribuito a rendere più vario ed immediato il suono della band. Soilwork, Killswitch Engage, Dark Tranquillity ed In Flames rappresentano delle influenze rimarcabili all’interno del sound dei Dark Age, anche se, con canzoni come la multiforme "Snake Of June", cercano comunque di far emergere la propria personalità piuttosto che risultare una mera copia dei propri ispiratori. Tracce come "Devote Yourself to Nothing", "10 Steps To Nausea" o la conclusiva "Myself Heretic" definiscono al meglio i contenuti di questo "Acedia": riff taglienti, cambi di tempo, una spiccata vena melodica e ritornelli di facile presa giocano un ruolo determinante nel rendere accessibili e godibili gli episodi che compongono l’ultima fatica del combo teutonico. Totalmente fuori contesto – anche se non disprezzabile – "Zeitgeist (Ghost In A Machine)", traccia sperimentale e quasi industrial dove le muse ispiratrici diventano i Pain di Peter Tägtgren e i connazionali Rammstein. Al di là delle chiare influenze riscontrabili nell’ascolto di "Acedia", la rodata esperienza della formazione si fa sentire soprattutto nella qualità degli arrangiamenti e nell’abilità di saper miscelare le molteplici influenze al fine di creare un suono personale e distinguibile. Il problema principale che affligge la quasi totalità delle composizioni è una certa staticità delle strutture, che non si discostano mai dal classico ritornello con cantato pulito: seppur di facile presa risultano eccessivamente prevedibili e con un’originalità prossima allo zero. Evitabile la bonus track "Vampyrez": purtroppo la partecipazione di Kai Hansen non risolleva le sorti del classico riempitivo che, a voler ben vedere – vista la popolarità del guest coinvolto – fa pensare più ad un’operazione commerciale che ad un omaggio verso i fan più accaniti. Completano il lavoro una produzione ottimamente riuscita e il bell’artwork ad opera dell’onnipresente Cabin Fever/Niklas Sundin dei Dark Tranquillity. Forse qualcuno li troverà troppo ruffiani e commerciali, ma, se si deve guardare alla sostanza, non si può dire che i Dark Age non abbiano mantenuto le promesse fatte: "Acedia" è un album di qualità che farà la felicità dei fan della band e non mancherà di attirarne di nuovi.