7.5
- Band: DARKEND
- Durata: 01:12:16
- Disponibile dal: 29/02/2012
- Etichetta:
- Crash & Burn
- Distributore: Masterpiece
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Il nuovo che avanza. E lo fa a grandi passi. Dopo due album prodotti e distribuiti principalmente all’interno del circuito nazionale, sembra finalmente essere giunto il momento per gli emiliani Dark End di emergere dall’underground, ambiente che inizia a stare un po’ stretto ad una realtà così capace. Già la presentazione di questo lavoro merita il massimo dei voti: oltre a naturalmente il CD, il gruppo presenta un booklet davvero affascinante, con delle foto suggestive fatte ai singoli membri della band; finalmente non è immediato l’accostamento alla nazionalità italiana dei membri del gruppo a causa di alcuni scatti poco felici, come invece spesso si vede in giro. C’è una lettera con un sigillo di cera che al suo interno contiene una sorpresa che qui non sveleremo, e c’è da leggere il ‘manifesto’ dell’Ars Secretum. Insomma, neanche le major non presentano così bene un proprio prodotto! Ma veniamo al succo, al succo nero che vi tingerà in modo indelebile le labbra e che non riuscirà mai a placare la vostra sete, perché una volta che si assapora il mondo occulto di “Grand Guignol (Book I)” è davvero difficile dire basta. I Dark End, freschi del tour fatto di spalla ai Rotting Christ, sono una grande black metal band sinfonica. Al giorno d’oggi sono anche superiori a gruppi come i leader del settore Dimmu Borgir, tenendo sempre presente però che senza questi ‘maestri’ norvegesi forse oggi i Dark End suonerebbero un altro tipo di metal estremo. Ma nel 2012 ci sono davvero pochi gruppi così maniacali nella cura dei dettagli della produzione del proprio album, nella ricerca di sinfonie apocalittiche, nella combinazione letale violenza/melodia. I testi, le atmosfere, la musica sono in perfetta armonia nella creazione di questa nera sinfonia maestosa e magica. Ci sono dei brani davvero di caratura pregiatissima, come “Spiritism: The Transmigration Passage”, in cui la presenza nella seconda parte di un cantato pulito mette davvero i brividi (anche perché il timbro di voce ricorda quello di ICS Vortex quando era il cantante dei Borknagar). Anche qui la somiglianze con le scelte stilistiche dei Dimmu Borgir escono allo scoperto immediatamente, ma se la qualità si attesta a livelli simili, allora salutiamo con gioia l’esistenza di queste similitudini. Questa release dovrebbe essere solo il primo passo all’interno di un contesto filosofico profondo ed intriso di occultismo che la band svelerà in futuro. Speriamo che si tratti di un futuro prossimo. Da segnalare la presenza come guest su alcune canzoni in qualità di cantante di Fearbringer, personaggio noto dell’underground black metal nostrano. Le strutture dei brani dei Dark End non temono il paragone, quanto a complessità, ad un altro gruppo leader della scena extreme metal come i Cradle Of Filth. L’esigua rappresentanza del filone black metal sinfonico ora può contare su una band protagonista. Lasciate stare i Dark End se cercate dell’innovazione in questo settore della musica nera: qui sono le tradizioni a venir osservate e rinvigorite con nuova energia. Per una volta, non correte dietro agli stessi nomi e cercate avidamente nel mondo inesplorato dell’underground: se siete amanti del black metal sinfonico iniziate dai Dark End. Poco importa che siano italiani o provengano dall’altra parte del mondo, la loro musica maligna ed occulta non ha confini e se in futuro sapranno migliorarsi ulteriormente finiranno per avere sempre meno concorrenza.